Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

528 G. Prezzolini del letterato Gigli e del R.osini. È naturale che nessuno pensasse al Leopardi : soltanto verso il 1840 ne trovo fatta menzione. L'infor– mazione letteraria in America, durante questo periodo, risentì molto del gusto settecentesco che le dette il Da Ponte, la cui me– moria vi durò a lungo 1 ). Più tardi qualche Italiano di gusto ro– mantico che le vicend'e politiche vi fecero capitare, le dette un altro indirizzo. · Fra questi pochi e diseguali ricordi c'è però sempre qualche tratto di verità immedliata. Rivelazioni, nessuna. Essi non fanno, in generale, che confermare le caratteristiche dei nostri scrittori, che furono poi :fissate dalla tràdizione letteraria. Naturalmente il loro tono è differente a seconda del tipo e delle conoscenze del viag– giatore. C'è il viaggiatore che si trova a conoscere un letterato italiano, per caso; c'è chi va a cercarlo dli proposito, per ragioni non lette– rarie, ma, in generale, politiche, o per via di amici comuni, esiliati; c'è lo studioso che tratta da pari a pari ; c'è chi vede il nostro scrittore di tralice, in un salotto, fra gente di mondo; c'è chi ne vede i trionfi per le vie delle città italiane, sempre per ragioni poli– tiche (è il caso di Gioberti, che una viaggiatrice americana sente celebrare da un cameriere d'albergo a Genova, nel 1848) 2 ). Ma nonostante la loro scarsa importanza e i differenti punti dli vista, questi ricordi colpiscono perché conservati da un mondo così lontano dal nostro, sopratutto allora, spiritualmente e material– mente. Ci fa impressione, sebbene non sia nuovo, sentir riecheggiare il pensiero di Manzoni sulla questione così americana della schia– vitù, o la vanità invidiosa del R.osini ripercuotersi, anc6ra una volta, nel commento sorridente d'un osservatore del nuovo mondo. Ecco Vincenzo Monti, per esempio, ved'uto da un professore di chimica 3 ) di New York, che per ragioni di salute e di studio si recò nel 1818 e 1819 in Italia. Egli ha sentito parlare del Monti «com!:) di persona che è ritenuta occupare un posto di prima fila tra i poeti italiani viventi». :fiJ l'idea che si fa l'uomo comune dei poeti : poeti di prima fila e dli seconda, ·calcolo fondato sulla loro rro– tol'ietà. « Egli ci r.icevé benevolme:o.te, stando a letto, con un sem– plice gilet indosso e co n un vassoio c operto di libri e dell'occor– rente per scrivere. È piuttosto vecchio, sebbene la sua intelligenza sia vigorosa. Avemmo una conversazione sulle generali. Egli parlò di Shimondi >> ( che il professore di chimica era andato a trovare a Ginevra) « e fu lieto d'averne notizie)). Null'altro riguardo alla 1) N. P. WILLIS, Pencillvngs by the Way, London, 1835, vol. I, p. 101. 2 ) Mrs. KIRKLAND, Holidays abt·oad; o-r: Europe from the West, 2 vols., New York, Baker and Scribner, 1849, vol. I, p. 181. 3 ) JOHN GRISOOM, A Year in Europe, etc., 1',ew York, Colling, 1823, p. 466. BibliotecaGino Bianco

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