Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

, Una famiglia che va male 525 ansante) prese alcune monete. Contate trentacinque lire, le' porse al commerciante d'olio raccomandandlo di far sapere al carcerato che non avevano potuto trovar altro. L'uomo stette un po' lì, e d'un tratto ripose le monete sul tavolo, borbottando che ci aveva ripen– sato, che non voleva impicci. Fu il biondino, il figlio del carcerato,· che gliele rimise in mano, senza parlare, guardand!olo con occhi supplichevoli. Era un ragazzo davvero patito, dall'aria seria. L'uomo era già nell'andro:ne, sentendo quasi voglia di bestem– miare, e sempre stringendo in mano, dentro la tasca, le monete incartate, quando si imbatté faccia ,a faccia col vecchio. Questi parve molto confuso, come se fosse stato sorpreso in fallo. Era di– ventato. rosso e non sapeva dove tenere le mani. Finalmente fece vedere quello che portava : un uovo. Bis&igliò, guardand'o lontano, che era molto vecchio, ,e poi con tanti dispiaceri; aveva bisogno di sostenersi. Ed ecco che subito dopo, come se si vergognasse, e vo– lesse farsi perdonare, parlò del figlio. Chiese vagamente se era vero del condono; senza aspettare risposta, facendo dei sorrisi imbaraz– zati, disse frettolosamente che al ritorno d'el ragazzo (la cui pena finiva entro l'anno) tutto si sarebbe aggiustato; avrebbero cam– biato casa; non c'era mica da P,reoccupar,si. Ma l'altro, davanti a lui, si sentiva stringere da una specie d'angoscia, perché capiva che il vecchio, a tutto quel che diceva, non ci credeva ; per lui non c'era più nulla; pensava solo all'uovo che teneva in una mano dietro la schiena. Nell'altra mano, bruscamente, il commerciante d'olio gli mise le trentacinque lire spiegando, con tono sarcastico, che aveva voluto solo fare uno scherzo, che il suo ragazzo carcel'ato, lui, non lo conosceva nemmeno, che non era mai stato, lui, com– merciante d'olio. Sentiva il bisogno dli fare qualche sgarbo, al vecchio, rimasto li stupefatto, come per mandare alla malora quel senso acuto òli pietà che anc6ra si sentiva dentro. - Caro il mio uomo, - gli dlisse con disprezzo nell'allontanarsi, - lo sapete, che c'è? Ohe la colpa di tutto, in fondo, è vostra.· Perché mai gli aveva detto codesta sciocchezza ? Non lo sapeva nemmeno lui. Si allontanò di malumore,' pensando· che in conclu– sione era ,stato stupido, a rimetterci i soldli, ora _che li aveva in ta,sca. iMand'ò al dli.avoloogni cosa, sputò; poi guardò l'acqua del fiume, il cui colore rosa, verso ovest, gli piacque, gli diede un senso come di speranza .. Siccome era anc6ra chiaro, andò verso i magazzini dove scaricano carbone dalle chiatte, per vedere se in– contrava qualche amico. UGO BIDTTI. ' B1bllotecaC,inoBianco

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