Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
522 U. Betti intercalando ogni tanto qualche parola in un dialetto del nordl; aveva l'aria di un commesso viaggiatore, di quelli che girano nei rioni popolari proponendo degli ingrandimenti fotografici. Avendo– gli il vecchio ridomandato se anche lui era un ladro, rispose senz~ punto offendersi che si trattava di disgra,zie, acqua passata; che lm anzi era commerciante, di olio. Nonostante che il vecchio gli riu– scisse ad~irittura odioso, faceva di tutto per ammansirlo, cercava d'essere bonario. Finalmente disse con naturalezza, battendo ap– pena le ciglia, che un po' di soldi, al ragazzo, gli avrebbero fatto un gran bene; che lui aveva il modo di farglieli arrivare, i soldi. Aveva appena buttato là la frase,. quando cominciò a sentirsi, dietro la tendina, il gemere di un pagliericcio. Il commerciante d'olio aveva l'impressione, forse perché prima aveva veduto le scar– pette, che ci fosse una donna, lì dietro ; e questa. idea gli metteva addosso una specie di pizzicorino, gli pareva quasi di cogliere nel– l'aria l'odore delle lenzuola smosse. Anche il vecchio aveva sentito, e sembrava che ciò lo irritasse molto, perché alzava la voce senza ragione, spiegava con acrimonia, benché talvolta distraendosi, che la famiglia .... sicuro, era sempre stata una famiglia per bene·; che invece i guasti, i guai erano tutti cominciati dopo d'allora, di lì. Le sue parole suonavano stonate, quasi insincere, e del resto pareva che egli badasse, più che altro, allo scricchiolio del lettuccio, H dietro, sempre più forte, come fatto apposta. Finalmente la tenda si aprì, una ragazza in ciabatte, senza guardare nessuno, andò verso la finestra, come per osservare il te:mipo. A giudicare dalla somiglianza, doveva essere la figlia dei dJue vecchi, la sorella del carcerato. Aveva addosso una specie di grem– biule, sporco, a righette, nemmeno finito &abbottonare, sotto il quale pareva nuda, e forse era, dato il calore della stanza. Non era brutta, ma aveva già, benché giovane, intorno· agli occhi, nel corpo, qualche cosa di ind'eciso, di umido, di molliccio, tanto che lo ,sconosciuto ebbe per un momento l'impressione che fosse in– cinta e cercò di osservarle il profilo del ventre. Ciò che sopratutto colpiva era il fare sprezzante, sguaiato, con cui girava qua e là strascicando esageratamente le ciabatte, coi capelli opachi cadenti sul viso, e sempre senza guardare nessuno. ,Si diede ad aprire e chiude:re cassetti sgarbatamente, e poi prese a mangiare degli avanzi in uno scaldavivande dia trattoria, sbadigliando, ed anche stiran– dos~, il che pareva fatto apposta per esasperare il vecchio. Questi, che all'entrare della ragazza si era interrotto per qualche momento, aveva ricominciato ad inveire contro il figlio, con una specie di livore, ora. Si capiva che erano parole che egli ripeteva spesso, la cosa d'oveva essere diventata per lui una specie di :fissazione. Bal– bettava chè sarebbe stato mille volte meglio se « quello là>> fosse morto di tisi, oppure di cancro; che « quello là» aveva rovinato BibliotecaGino Bianco
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