Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
518 L. de' Medici circumspetti, portiamo qualche pericolo, e massimamente due : uno di non raffredldare e' provedimenti nostri, J'altro che non nasca qualche di:ffidenzia intra noialtri, di qualità da fare qualche grande inconveniente. E però crederei, quanto al pericolo del raffreddare, fussi bene ovviare con fare con più caldezza e più potentemente quello che se ha a fare e più tosto riscaldarsi più e crescere le provisioni che rallentarle. Quanto alla parte della diffidenzia, e monstrare e fare con effetto che insino alle semplici parofo siano con consentimento delli altri collegati, pro.cedendo con grandissima unione; ricordan– doci che al re ed a codesto stato edl a noi è suta più volte p.fferta pratica dli pace, ed insino a· qui, di consentimento di tutti, sono stati tagliati. E credo sarebbe in a1·bitrio di qualunche di queste potenzie d'ella Lega, anc6ra.che li altri non consentissino, fare la pace ; ma pare o:ffizioe debito di ciascuno non tentare alcuna cosa sanza e' com– pagni ed ingegnàrsi di migliorare le condizioni più che si può ; ed a questo non ci è meglio che la ·unione. Per queste ragioni crederei fussi molto bene andare: adagio in questa pratica di Vinizia,ni, per fuggire e' pericoli sopradetti. E quando pure al re, al quale importa più che a tutti gli altri, paressi da fare altrimenti, o strignere ò allargare più questa pratica, credo sia o:ffizionostro non ce lo alterare drento, massime perché, sap– piendosi la inclinazione che ha avuta alla pace e le pratiche che sono state tra il Papa e Sua iMaestà, potrebbe facilmente precipi– tare a qualche accordo per farsi più tosto el male lui stesso. Ma quando di consentimento suo e sanza sospetto dli tutti, si potess1 tenere questa pratica, non per concludere ma per ador– mentare el Papa e Viniziani e d'ondolare loro come vogliono fare noi, anc6ra che sfa cosa pericolosa, forse non sarebbe da biasimare. Parmi in effetto da fare: conclusione di non allentare e' prove– d[menti e di non alterare la unione: nostra o mettere sospetto fra noi; e poi seguiti che vuole. Non so se siamo adrieto in questo come siamo stati molte volte nelle altre pratiche di pace; e però èrèderei fussi bene che il signore Lodovico si facessi intendere, perché noi potessimo aiutare quello chè fussi ·a ,suo proposito ; perché confesso che noi siamo e siamo tenuti più uomini da guerra che da pace, cioè più atti a farci spendere che a partici pare de' frutti della pace. Nondimeno non ci debbiamo pentere dl'avere fatto bene, ed anc6ra che io sia di quelli che abbi più parte che non doverrei del carico, non voglio in alcuno modo pentermi d' avere fatto bene, né anche· per que– sto alienarmi da quello che paressi al signore Lodovico per fare manco inconveniente, quando in questo caso vedessi qualche buono partito .... BibliotecaGino Branco
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