Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
514 L. de' Medici ad ottener pa,ce dall'Aragonese alleato della Chiesa, ma i suoi 1·apporti con questa non furono mai cordiali finché visse l'irrequi,eto pontefice. L'elezione di Innocenzo VIII non mutò, almeno esteriormente, la situazione perché fu S1Ubito,seruita daJla rivolta dei baroni napoletani ' o e dalla guerra fra il papà e re Ferdinando, guerra che ,si estese a tutta Italia, perché Lodovico il Moro scese in campo a fianco del re ,e Lo– renzo volle che Firenze partecipasse alla lega. Contro la soverchiante forza degli avversa.rii, la Chiesa resistette : le incertezze dei collegati, i servizi del miglior condottiero del tempo, Roberto da 1San Sev,erino (che i Veneziani intenti sempre a indebolire gli aJtri stati italiani avevano lasciato libero di assumere la condotta del papa), l'energia di Giuliano ,della Rovere, la turbolenza dei signori romani, il J)<restigio morale della Sedia Apostolica, impedirono quella completa disfatta che tutti i collegati, ad eocezione di Lorenzo, certo desideravano. Nell'agosto del 1486 fu ,sottoscritta la pa,ce. I patti non portavano modificazioni sensibili nella situazione degli stati. Eppure da questo momento, ,fino alla morte di Lorenzo, la pa,ce non. è ,più turbata. E da questo momento Lorenzo è in così stretta amicizia con Innocenzo VIII che tutte le testimonianze del tempo lo rappresentano onn:iipotente alla Corte di Roma : poco dopo sua figlia Maddalena sposa Franceschetto Cibo e Giovanni riceve il cappello cardinalizio. Quando seppero le condizioni dell'accordo, i Fiorentini si la~arono fortemente di non esservi neppure menzionati, e Lorenzo, mentre pre– parava, o continuava a preparare, la sua intesa col nemico della vigilia, non mancò di rivolgere agli alleati acerbe proteste, con le quali anche giustificava, in antidpo la sua nuova politica. Nello ,stesso modo durante le ostilità, mentre incalzava senza, tregua i collegati, e specialmente l'avaro e mutevole Lodovico, perché non rallentassero le provvisioni militari, egli non perdeva mai di vista lo scopo di quella guerra, che doveva essere soltanto di instaurare un perì.odo di stabile tranquillità, di assicurare, con l'equilibrio politico, la pace d'Italia. Per la piena, comprensione di queste lettere, raccomandiamo al let– tore di tener presente un'altra ·notizia del Guicciardini. Il quale scrive che Lorenzo de' Medici quarudo dava istruzioni ai suoi 1fidi « voleva in– tendessino per discrezione, usando nelle cose importanti poche parole e dubie » 1 ). ROBEJRTO PALMAROCCHI. I. 26 dicembre 1485. Vo i sapete, perché eri qui presente, quello che portò da Roma el R.mo arcivescovo nostro, e ·con che commissioni fu rimandato in– drieto m. Antonio !politi da Pistoia: quale era stato mandato dal Papa in compagnia del prefato arcivescovo; che fu in effetto che res crissi a lla Santità ,Sua che come tutta la impresa della defensione d~l sig.re Re era commune a noi con li altri collegati nostri, cosi' 1 ) Storie Fiorentine, ca:p. IX, p. 77 (edizione cit.). BibliotecaGino Blarìco
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