Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
E. SCAGLIONE,- Bestie parlanti: apologhi rimati 637 non è nei discorsi, ma nella rappresentazione di quella queroia e di quegli scoiattoli ? Avevano scoiattoli vissuto, rosicchiatori fino alle radici, nel tronco della quercia centenaria. Maggio infrascando il vertice canuto, si avventavano a gara di felici balzi tra i rami e capriole in aria. Poi la quercia fu abbattuta e i roditori ne esularono, per ritor– narvi quando il tronco, rimasto abbandonato, riprese prodigiosamente a fiorire: La quercia stesa a vita nova è in fiore : dentro, lombrici, d'àfidi covate, per muschi, ricci e funghi una badia! Fuo;ri, suggono i bombi, il ragno intreccia, ruzza un fringuello sopra la corteccia. Cosi la visione della vita marina ne La stella di mare e la medusa o la ubbriacante sensazione dell'etere nella mirabile lirica che è L'aquila. E si leggano (e mi si saprà grado per il consiglio) la arguta allegoria della Pepita d'oro, il grazioso quadretto delle Nozze minime, la fosca. scena delle Nozze massime, un 1.iplinghiano congiungimento d'ippopo– tami, che dà un brivido di vita belluina antidiluviana; ma .sopratutto Il branoo di poroi, un minuscolo poemetto che, riprendendo un tema che il Courteline sfruttò in una· saporita scena di caserma, realizza meglio delle altre favole la fusione tra l'intendimento moralistieo e la rappre– sentazione poetica. GINODORIA. JACQUESCHARDONNE, Claire. - Grasset, Paris, 1931. Fr. 15. L'editore Grasset, che da qualche tempo si fa volontieri (e con vario successo) emulo ,dei ·suoi autori, ha un po' di colpa ,se i critici, parlando del nuovo romanzo di Jacques Chardon,ne, si sono attardati pei viottoli <lelle distinzioni, cercando la misura esatta dei meriti del moralista e del romanziere. Nella lettera infatti che pvemette al volume e indirizza all'autore, il Grasset ha ripreso con compiacenza il vecchio motivo caro alla retorica francese, giudicando per suo conto il Chardonne « plus soucieux de nous apiporter des dartés sur l'homme, que de nous entrainer dans ,ses fictions ». Messi per qu,ella via; i critici, era quasi naturale che venissero fuori i nomi del La Rochefoucauld e di M.me de La Fayette, tra i quali uno spirito certamente beffardo ha insinuato quello di Royer– Collard. Non s'è badato intanto a un altro punto della lettera dove il Grasset, definendo il personaggio, ha dato del romanzo questo ,sostan– ziale giudizio a cui ben poco vi è da mutare: « Claire, c'est le drame du bonheur .... Claire, c'est la crainte de perdre, ce tourment de oeux qui sont plus sensibles aux menaces de la vie qu'à ses bienfaits quoti– diens .... Claire, c'est l'impossible >>. l3ibliotecaGin,oBianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy