Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
E. OECCHI, Qualche cosa ecc. 629 sull'argomento, di COIIIlpiereun viaggio al Messico. Non operano in quel paese, in tutta la loro latente fecondità. i due motivi costanti. del– l'arte di Cecchi; il basso continuo della fedeltà e le variazioni del ba.rocco ? Il destino, che favorisce talora le vocazioni autentiche, ha aiutato lo scrittore. Incaricato due anni or sono di tenere un corso di lezioni all'Università di Berkeley, in California, Cecchi ha completato il viaggio ed ha visitato la sua terra promessa, preparato spiritual– mente come pochi. L'incontro è stato ben felice, a giudicare da questo Messico ch'è l'opera ,più euforica, .limpida e armoniosa ch'egli abbia scritto dal tempo dE:)i Pesci rossi. Se il vecchio libro sugl'inglesd del se~olo scorso può considerarsi come·il testo delle dannazioni e dei bova– ri,smi giovanili di Cecchi, Messico è il documento di una ,serenità du– ramente conquistata e forse e.i commuove per questo. Il tono vi è basso, naturalmente, come conviene a un libro di viaggi, ma appunto per questo tanto. più con·vincente; la poesia non cercata più nel rigore delle simmetrie verbali, nel calor bianco delle parole, s,i fa imponderabile e sottile. Se non vi è poesia, come ,pare a molti, che non sia anche poesia d'insieme, bisog11a dire che il libro d'oggi è per Cecchi una conqui-sta duratura. Naturalmente non tutto, nella terra di Cortés lo interessa allo stesso grado. Gli è indifl'erente, o quasi, la lingua e la letteratura; della storia gli .piace sottolineare appena qualche tratto pro.fondo ; del co– stume non ama ciò che manda in visibilio le vecchie inglesi. Non ha furori tauromachici; della cupida impresa della Conquista non si cura; la febbre dell'oro non gli strappa che poche pagine; le ,soste canicolari nei patios, gli orga,smi ossessivi di un Lawrence, i nudismi e i ritorni alla terra, carichi di pimenti e di sottintesi, gli riescono estranei del tutto. Ma in cambio di èiò che lascia cadere, gli piace portare in luoe nel grande palinsesto messicano alcuni eterni attributi che alla sua vecchia.natura di toscano dovevano naturallIIlente sembrare i più im– portanti. Paragonate il suo libro ai Mornings in Mewi.co. Per il La– wrence il Messico è anzitutto naturalità esplosiva, iLstinto; Nuovo iMondo , dei sensi al di là delle ,strettoie filistee E:) delle convenzioni tradizionali. Per Cecchi il Messico è natura, sì, ma è anc6ra in qualche modo•canone morale, e in definitiva storia; sebbene storia stratificata, immemorabile, solo percorsa a tratti da ,sussulti e trasalimenti che lasciano il tempo che trovano. Così a proposito dell'illusione europea che oolminò nel sacrificio dell'infelice Massimiliano lo vediamo affermare: << Per un tempo il dragone sonnacchi<;>solasciò fare. Lasciò che le farfalle gli danza~sero intorno. Ma bastò una contrazione, un increspar,si delle squame perché dell'impero franco-absburghese restasse quanto resta d'una polvere d'insetti tra le valve della dionea pigliamosche». Ciò ch'egli cerca nel Mess.ico è la testimonianza di .una sinistra, nobile gravità un ,senso del tempo « austero e crudele; dentro il quale le pietre atzec'he, gli ori cattolici e le figure della plebe d'oggi esi,stono in assoluta contemporaneità e indifferenza». Questo ha sentito ~ questo ha reso ,soprattutto, senza rifuggire dal~e fori:ne: impostegli da,!la n~ces– sità delle ordinarie «corrispondenze» giornalistiche. E ·Se era già chiaro, fin dai primi ,&1,ggia,ppar,si sul Corriere che le sue corrispondenze non BtbliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy