Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

{i02 U. Morra - Lytton Strackey della luna. L'Orla.rido cli Virginia Woolf è parallelo a questo libro e in certe parti ne è ispirato; ma la sua finzione totale opera in modo che i passaggi allucinati. e fantasmagorici non diano suono di vuoto. Stra– chey si ferma a mezzo; torna a ogni pie' di pagina al documento accer– tato, alla data indubitabile, tira e allenta l'elaistico della fantasiia in troppo breve spazio perché non si risenta ,stanchezza. Ci piacevano di più le fobie di ,Strachey, il suo impegno di uomo offeso, i duri e lenti personaggi che non facevan· mai da marionette. Fu felice l'ultimo ritorno ai saggi br,evi (Portraits in Miniatu– re, 1931), più ,succosi, più incisi del solito, miniature acide, se tali ,sri possono dire; fu anc6ra un ritorno al diletto settecento, con l'abate Morellet, con Hume, ,con Gibbon, anc6ra una rapida sosta tra uomini del secolo scorso, Carlyle e Macaulay, figure che passan pronte dall'om– bra alla luce col segno d'una siicura eleganza. La morte l'ha colto intempestiva? Se, nel nostro ufficio di lettori, dobbiam guardare all'opera senza riferirci al destino dell'uomo, oggi np restiamo paghi. Uno :Strachey con la· fantasia errante per i secoli, eccitato dallo spettacolo vario e dal movimento enigmatico delle folle e degli uomini sarebbe riuscito minore dell'uomo sagace ma diffidente che aveva esaurito, segnando a :fJ)rte rilievo quelle poche ,figure a lui più vicine, il ciclo del suo interesse. UMBERTO MORRA. Opere di LYTTON STRACHEY: Eminent Victorians (1918,; Queen Victoria-(1921); Books and Oharacters (1922); Landmarks in Frènch Litterature /1923); Pope (1925); Portraits in Miniature (1931). - BibliotecaGino Bianco

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