Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
596 D. OJetti - Lettera a Andre Maurois, sui costitmi delle donne muoiono, l'umanità non muore e d'epidemie morali come queste, dal primo secolo -dopo Augusto aii tre o quattro decenni dopo la rivoluzione francese, essa ne ha patite paroochie e for,se anche di più profonde e mortali, né perciò .s'i spenta. Se l'ammirazione o soltanto la ras1segnar zione alle fQrze naturali fosse anc6ra di moda, direi che l'umanità suole curarsi da sé, e a ogni onda che si solleva e spumeggia segue un avval– lamento dell'acqua liscio come lino specchio. Già nella Russia comunista. (voi stesso lo ricordate) le donne cominciano a reagire contrò la libertà dell'amore e la facilità di scioglierne i nodi in pochi minuti, perché sentono il loro prest,igio annullato da tanta licenza; e ,quelle che al– l'alba della rivoluzione erano giovani e tutte speranza, ora invecchiando si trovano sole, ,senza un cane d'uomo che almeno ascolti i loro lamenti. A voi piacciono quanto a me gli apologhi cari agl'Inglesi. Udite questo che, nel nostro caso, è consolante. In un villaggio di negri .si sparse un giorno la voce che gli oranghi voles,sero rapire le donne del villaggio e per rapirle fossero pronti a fare un massacro. I crupi si riu– nirono a consiglio e la ,sera spinsero loro stessi le loro donne nella foresta degli oranghi e là le lasciarono. La iinattina seguente i negri tornarono in punta di piedi a vedere da dietro gli alberi che cosa era successo. Tutte le donne erano nella foresta, ma di oranghi non se ne vide più uno per molte miglia all'intorno. Con amicizia. UGO 0JW.CTI. BibliotecaGino Bianco
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