Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
Lucia 467 energie diverse, sotto l'immensa tettoia ronzante di umanità fret- . tolosa : la donna con la sua bambina per mano che scendeva verso i cancelli e doveva sentirsi libera, libera, libera, digià; laggiù, dietro alla cancellata, l'uomo che l'aspettava; e qui, da capo, lui e la sua volontà. Il filo aveva capo fra le sue dita, era lui che poteva muo– verle di qua e di là, a suo talento. Ohe avrebbe fatto di quelle esistenze ? Una parola, e lei sarebbe rientrata in suo dominio, lei . che non si era v·oluta piegare. Lasciarla libera ? E che forse non si era anc6ra deciso? Senza fretta apparente Lapo Sanmicheli scese la passerella, sul dock~ entrò fra la gente: Sui docks, come nelle stazio;ni ferroviarie, nelle sale d'aspetto, avviene di sentirsi protetti e come imJl!.unizzati dalla indifferenza impersonale dei luoghi dove harino fine e principio tanti capitoli delle vite umane, dove insospettati fra la gente senza nome hanno nascostamente gioco i dolori degli uomini. Si arriva e si parte ; ci si trova e ci si lascia: è tutta la vita; fra la vita degli altri che· incalza. Si è soli, fra tanti: Non si vede, non .si sente che quell'agitarsi irrequieto, inconcludente, dietro a un baule, --a un biglietto. Il calore di. fiamma bianca che lo invade. La,po Sanmi– cheli lo riconosce, lo sa.Iuta come l'amico dei momenti supremi. Lo sente salire, fervido, ricco come una droga .. Ora può ridersi del destino e ,giocare il tutto per tutto, se vuole; il tutto per nulla, magari. Nessuno dei ,tanti che egli urta nel farsi largo, - perché quella fretta, a un tratto? c'è tempo, c'è tempo .... - nessuno di coloro che si danno tanto d!a fare dietro alle loro puerili preoccu– pazioni, può ·vedere dentro di lui, seguire il filo che lo. conduce, o aver la minima idea di assistere a un dramma, - ma a chi mai · succedono i drammi che si leggono nel giornale, la mattina, con la colazione? - o meglio a un delitto, a un delitto senz'armi, senza scandalo, senza rumore. Nessuna dii quelle donne che nel passarlo lasciano arida,r volentieri lo sguardo sul suo viso, qual– cuna forse indugiando. un attimo sulle labbra pallide o negli occhi grigi e diacci, nessuna può immaginare che dentro di lui, con un ritmo allegro come di canzone di ballo, con un'esultanza un po' matta, - ah sì, di pazzo da legare, ma era anche d'a ridere, era una beffa, in fondo, una beffa da pazzi, - che dietr:o a quel suo aspetto distinto con appena un che di bambinesco, di artista, forse, vero? che gli dà quell'attrattiva pungente, si maturi sicura la volontà di ferire. Era giunto alla cancellata prima di Maria e lasciava scorrere lo sguardo sui visi della· gente che aspettava dietro le sbarre, di .là. A un tratto ebbe il senso che qualcuno l'avvertisse, come toccandolo sulla spalla: era quello, sicuramente. Perché si dava così facil– mente da conoscere ? Poteva esser pericoloso : era un voler far suc– cedere le cose per forza, un chiamare il destino. Come se avesse per- BibliotecaGino Bianco
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