Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

.) 444 P. Pancrazi uno ponte in sul Rodano allato alle mura della città che ha ventitré archi grandi; e benché sia str,etto, nondimeno è molto notabile, perché oltra allo essere lungo, fu difficile il fondarlo in su uno fiume si largo e di, tanta rapidità; la quale cosa è causa che el ponte non va diritto, perché sarebbe stato quasi impossibile avessi sostenuto tanto impeto; ma va torcendo e secondando la acqua. E' pare :i ~oi, secondo il Guicciardini io ritrae, chè anche il fiume Durenza che lambe Avignone ritenga di quella mala natura de' preti : « fiume di poca utilità perché non mena si può dire pesci, né se ne vagliono gli abitanti; ma di danno assai perché di continuo rode e consuma el terreno)). Dopo i tre giorni passati ad Avignone (dal 21 al 25 febbraio) il (}uicciardini ha fretta di arrivare in Ispagna; a Nimes « dicono vi è una chiesa cattedrale molto bella, ma chi ci menò a vedere la terra. non seppe mostrarcela)), e lui non cercò di più; a Sals, che è la prima guardia dello stato del Re Cattolico, il Guicciardini curiosa, un po' troppo intorno a quella fortezza; « volendo guardarla a ca– vallo di fuora fui interrotto da quelle guardie che mi dett~no qual– .che fastidio)). E subito da Perpignano si avvia al 'valico. dei Pire– nei : << una lega di salita e una di scesa, ma è uno passo mo_ltoaspro -e passasi per luoghi strettissimi e terribHi ed è el <MontePireneo .... Usavi assassini e el dì innanzi che noi passassimo vi fu assassinato uno mercainte di Girona )). - Questa è la prima, e non lieta impressione di Spagna; e molte, altre non diverse le si aggiungono presto. Direi che da questo punto il diario del Guicciardini cambia tono. Cade quel pungente ·con– trollo che via via gli faceva così icasticamente ritrarre le terre, i marchesati e i potentati italiani alla stregua fi•orentina; un ·mond'o tutto nuovo e non paragonapile si apre alla sua attenzione. E si direbbe che la forma del diario non gli basti più. Pur non -trala– -sciando di notare ciò che lui vide e lui fece in Catalogna in Aragona in Navarra in Castiglia, il Guicciardini ora vuole rendersi conto ,delle cose, inquad'rarle, dare nella sua mente un ordine al disordip_e grande che lo circonda. La pagina, del diario si allarga e tende al saggio. (Passi del diario più tardi andranno quasi tali e quali nella .sua R~lazione di Spagn;t). · Il Guicciardiui certo non era ben disposto verso Spagnnoii o Catalani; la tradizione antica (« l'avara povertà di Cat.ilogna ))) e la storia recente anzi attuale d'Italia gli consigliavano ugualmente di diffidarne. E ora che ha occasione di veder· da vicino il pi;i,ese .che manda in Italia dominatori e'malanni, senza troppo dispiacere il Guicciardini scopre, - sotto le apparenze tradizionali, religiose, militaresche, boriose del Regno Cattolico, - la, sostanziale anàr~. ' ehi-a, la miseria, la servitù di tanti cittadini; denuncia il legame:· stretto che unisce i cavalieri e i gentiluomini coi loro privilegi, agli J - Biblioteéa Gino Bianco

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