Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
DiiiriQ . del Guicciardini in Spagna 443 piena>>, « Alessandria è città molto grande di circuitor ma vòta assai. ... )). Entrammovi .il dì di festa, e perché era vicino al carnèvale vi tro– vammo assai donne in maschera; la usanz3! dellè quali è accozzarsi in– sieme tre o quattro o quelle più che le vogliono; e andarsi a spa,sso in maschera, sole per la terra, né•,si disdice alle gentili donne ,e bene costu– mate, pure che vadino in a.bito di donne. Toccata Felizzano e Annone il viaggiatore giunge a ,Moncalieri che è<< castello del Duca di Savoia grosso e bellò. Chiamasi el duca di -Savoia Carlo, giovane di anni ventiqÙattro o ventisei, ma gobbo ·e malfatto della persona, n ; vicino a Moncalieri, osserva il Po che << ha meno letto che non ha Arnò in Firenze, ma più fondo e navi– gabile .... e correndo per le pianure di Lombardia diventa el mare di quella pianura, perché vi entràno tutti e' fiumi ohe corrono per quello paese)). E cosi dopo diciassette giorni d[ viaggio, i più sotto la neve, il Guicciardini sta per uscire d'Italia. e scendere nel Del– finato ; è ,giunto al passo del Monginevra : Questa µwntagna ha dalla parte di Italia una lega di montata o meno ; ma el piggiore è circa a uno trarre di mano che per via stretta ha salita repente, e in luogo che se si inciampassi si ca,drebbe in uno pre– cipizio grandissimo; vassi per la sommità del giogo circa a mezza lega o poco più, in sul quali:\ è uno villaggio e alloggiamenti. La scesa dalla banda di Francia è maggiore che quella di Italia, ma più facile e l!Q11 tanto repente. Insomma non è mala montagna né difficile e chi la caval– cassi in stagione non avessi a combattere con neve e con diaccio sa- rebbe cosa agevole. - Ma anche giù dalle n.ostre A,1pi, fipché resta nel Delfinato e in Prov~nza. («cavalcandosi per luoghi montagnosi e tuttavia cinto dia montagne da ogni banda, è cavalcare di poco spasso))) è come se il Guicciardini fosse anc6ra in Italia, cosi continua il costùme, e sono vivi i ricordi («el fiÙme Durenza celebrato dal Petrarca))) .... E anzi tra le città ritratte dal Guicciardinj nel diario mi pare che sòprattutte la papale Avignòne risenta l'umore suo. Avignone città della Chiesa; ma ormai caduta di potenza con l'al::!bandono della corte; città vuota i cui commerci sono passati a Lione, ma c'è anc6ra << ozio grande; e communemente uomini di buono tempo)). E vi restano tre cose n:otabili : - El Palazzo dove abitava el Pap,a a tempo che vi stava la corte, el quale e ,di grandezza e di muraglia è molto stupendo benché si va a, poco a poco consumando e rovinando per la, mala natura de' preti che attendono a consumare e.trarre e non a mettere; le mura della città, che ,sono molto ~elle di grossezza di torre di pietre e di essere be:p.e lavorate; . BibliotecaGino Bianco
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