Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
La moglie 431 cui gli giungeva soltanto 1'~9 in un rumore strano, Giu!,eppe en– trando fu ripreso dal duhlJio come se volta,sse pagina in un libro. Il sospetto ch'ella fingesse le resistenze della verginità non lo sor– prese: sentì morire l'incanto e s'affrettò solo a ottenere la prova. Poco dopo era certo che Carla. era già stata di un altro. · Il primo impulÉ'o l'avrebbe portato a imporle di confessare. Ri– .tardò l'impulso, posò il capo discosto sul braccio piegato a cerchio sopra il cuscino in atto di riflessione. La solitudine, che calò d'un tratto intorno a lui, lo fece. tornare in sé. << Se parlo, (pensò), la mia vita va in pezzi>>- L'impulso taceva, come se egli si fosse tratto fuor di pericolo in una zona silenziosa. Riafferrò tutto il .suo passato e si propose di rimanere coerente : temette il suono della voce. « Se io dispiacevo a,gH amici o se dispiacevano a me, ho mai parlato? Ho detto forse: spieghiamoci chiaro? No: l'inimicizia sa– rebbe sorta allora. La parola crea il fatto, .e il tempo accomoda tutto. Anc6ra una- volta, bisogna tacere>>- Concluso il ragionamento, vi trovò un tale refrigerio, che scoprì come• esso ponèva riparo non solo ·alla nuova s,coperta, ma ad un oscuro· timore che s'agitàva in lui da tempo, e diveniva ora inof- fensivo. . . - « Dunque, meglio così : tutto ora va a posto», pensò Giuseppe, e s'àddormentò. 1Masi ,svegliò prestissimo. Carla dormiva anc6ra. Giuseppe corse alla finestra, sforzandosi di non guardarla. La sua scoperta,, rin– vigorita dal riposo, doleva fisicamente. « Così è. Svegliarla ? Parhlirle ? ». Un fumo saliva tra gli alberi sui vertice del monte opposto. « No (rispose a ·se stesso). Tacere! Tacere! Cosa m'importa se - è CO!iÌ? Son così debole da non riuscire a farla esserè come voglio? È tanto più nobile e nmano ! Che importa quello che ha fatto ? Niente di fatto c'è al mondò. Purché riesca ora a renderla diversa, e a farle vincere la ·su-a menzogna! Guarda, anche quel bosco, e questa luce, dicono ché è giusto e bello fare così. Io .posso ottenere che tutto sia per il meglio>>. I suoi pensieri trovaro:r:w uno spontaneo accordo con la co- - scienza, come una, vittoria sopra gli istinti. Si volse a Carla, che anc6ra dormiva. « Abband6nati a me, cara, sebbene tu abbia mentito. Sapremo il segreto soltanto noi due, senza dirlo. Io sono un buon medico. Po– tremo anc6ra essere belli»: Come la· sera prima, sentì d'amarla come complice, e non gli p arve poss ibile altra specie d'amore. Il suo modo d'amare era tenero e natura.le : non si poteva confrontarlo ad altro e tanto meno desi– d erare un sentimento diverso. Carla si svegliò allora: vide quel lbl1oteca. Gino Bianco
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