Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
Miopia 413 ) La beve ? Beve qtiest;:i,panzana ? Tutt;1, la casa sembra sospésa per vedere se il trucèo riesce. _ La giustificazione è piena di incongruenze e di contraddizioni. Perché la gìubba era in camera da lètto ? E il borsellino nella tasca ·· di un abito da rammendare ? Se la toglie di dosso, la contempla con le insegne così ambite di sergente ; ma gli fa. schifo, aderisce alla stoffa alla forma una umanità non sua, equivoca e grassa. La lascia · cadere.; la respinge col piede: la calpesterebbe. . · Tutte le.domande e le inquietudini trovano una :risposta riel bi– sogno f àtale dell'in ganno.' Illudersi è così dolce. Percepisce nel : buio del dilemma.un 'angoscia che è meglio evitare. . .La beve ! la bev~ ! Tutta ~a.casa -è content_a.. ,. . _ . Si udiva ora lo scivolare ruvido delle pale che allungavano le .pagnotte nel forno. Le tre di notte. Quella donna bella e succosa che era stata cameriera in un'osteria della ·Madonna del iMonte e che_egli aveva voluto sposare malgraido la diffèrenza d'età, l'av– versione. della madre, i consigli delle- lettere anonime, trionfava sul suo trono di cuscini. M~mtre finalmente si spogliava credèva di veder .sé riflesso nello specchio della toilette 'di ferro verniciato, · e invece gli app[!iriva iscritto in un rettangolo un terzo di g_uelyi8o .furbo e sensuale con la piccola bocca di roditore. · . Quell'apparizione aveva un significato simbolico anche per un · prestinaio : « Va' la ! Tu non esisti. Ella sola esiste. Se tu ti. specchi · vedi lei. Dentro te c;è lei. Lei certo, lei sola. che vuol dire il pia– cere, il tepore, una specie di iusso che tu sai di non meritare. Addor- mentati in questo inganno, abbandonati al suo richiamo. Il mo– mento di ripartire, di riprendere la tradotta -verrà>>. Venne infatti lina mattina di marzo tepida e assurdamente primaverile. Si parlava già della Pasqua, delle «colombe>> di pasta dolce proibite · com.e i panettoni. · . · · . · . . · I quinµici giorni erano passati : quindici più dlue per il viaggio; bisognava ripartire·. Della. giubba non si era fatta più parola. La , signora Ermelinda era però di quelle donne ostinate che amano stra vincere. - Sai, quel sergente .... - disse. - Quale sergente ? L'imboscato ? -· La gelosia non era per il rivale; ina per il superiore in grado. . · . - Sì, quello delìa giubba. J<J ripartito., Anche lui per il fronte. Glielo d.isse all'ultimo minuto per una crudeltà tutta femmi– nile o fors'anche per mandarlo via ingannato e felice. Bisognava tornar su 1 per altri ·sei mesi, prima di riavere una licenza. -Eroe non era; nella tradizione e_nella storia non si parla di prestinai divenuti eroi: eppure egli aveva lasciato la Compagnia di sussistenza, il Panificio militare, per farsi mandare al fronte. Bi-biioteca Gino Bianco
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