Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
Volfango Goethe 391 vive e rapide, coltivate nell' esaltazione romantica dello stato di· passione che per lui in quel tempo è lo stato degli eletti, ma pre– sto sopraffatte dalla mutabilità della sua immaginazione in cui trova aiuto il senso superiore che egli ha della libertà del proprio spirito come d'i un bene prezioso. Le passioni sono catene; duole infrangerle; bisogna farlo. Pure :nessuna donna che egli abbia am~to cessa d'esistere in lui; l'occasione sentimentale non si esaurisce in se stessa; taluna gli diviene, per lunghi anni, dolente e spesso cruccioso fantasma, poiché riconosce di aver agito con egoismo e gli è difficile perdonarselo. Altre si scolorano in lunghe amicizie vagamente lfmorose che lo accompagnano per tutta la vita; tal– ché, col procedere degli anni, e pur rimanendo egli sempre acces– sibile a nuovi incantamenti, il suo spirito è tutto innamoratamente popolato di .figure di donne, d'elle qua\i vien componendo, supremo atto di gratitudine, l' « eterno femminino)) inneggiato, l'ultima pa– rola di Faust, Esse gli hanno lievitato l'esistenza fatta per essere idealizzata; hanno fornito le tonalità di-9-inedi fili d'oro ai·tessuto della favola che egli doveva raccontare di se stesso per la gioia degli uomini, guidato dal « gusto di favoleggiare)) che confessava es– sergli venuto dalla domestica fantasia di sua ma<lre. La morale di Goethe, in cose d'amore, non può essere se non indulgente. Sconcertante e innocente insieme : come d' un uomo di scienza che, avvezzo a considerare i fenomeni della natura e mettendosi istintivamente dall' umano punto di vista del « minor male)), lascia da parte, quasi del tutto sec9ndarie, le leggi e le usanze sociali. Le sue esperienze erano fatte sul vivo dell' indivi– duo, non su la società. La fihe violenta del suo amico Jerusalem, che egli trasportò nel Werther a conclusione di quelle meraviglios~ espressioni d'anima appa,ssionata delle qua.Ii s' inebbriò tutto un secolo, gli died'e esempio della logica catastrofica di un tumulto di passione quale sentiva egli stesso in quel momento nel petto per altra donna; ma forse ebbe occhio di satireggiatore più acuto che non si èredesse, quel Nicolai che; a riscontro dei Dolori, scrisse da buon volgare Le gioi-e del giovane Werther, e immaginò la pistola del suicida caricata di sangue di pollo e lui salvo e ri– serbato a un matrimonio felice. Certo l'autore di Werther, che creò il prototipo di tutta una generazione d'anime tragiche, non ebbe tragica né la vita né la concezione della vita. Il suicidio fu l'attb di Jerusalem, non il suo; che egli parlasse 'di uccidersi, in quel momento, dopo il ragionevole distacco da Carlotta Buff non sua, è un riflesso a~cidentale dell'azione di Jerusalem sulla sua sofferenza. _In Goethe, coteste situazioni dell'animo,· intense, ma transitorie, solevano risolversi nella mobilità dello spirito e nel cercarsi uno scopo in nuove curiosità d'ella vita. Poco dopo, ·.essendo egli stesso oscillante fra due donne ad un tempo, gli par Bibliòteca Gino Bianco
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