Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

390 S. Benco tinuarla. È uno dei pochi uomini del Settecento. che continuino · volontariamente a muoversi sulla traccia del loro secolo, anéhe in pieno Ottocento, tenendosi al largo dalla crisi della storia. ~utti quei rivolgimenti, tutto quel diroccare, tutto. quel guer_reggfare, tutto quel cozzare delle energie dinamiche scatenate dalla rivolu– zione e dal Bonaparte, potrebber~ anche non essere : qual significato hanno veramente nelle armonie del pe.nsiero? Se Napoleone è il più grande, quegli che « meglio se ne intende)), come sembra a Goethe, perché non lasciar vincere Napoleone? Un'umanità goethiana avrebbe saputo conquistarsi più verità, più emancipazione, più be– nessere, più luce, senza rivoltolarsi per tante disordinate catastrofi. Questo è già il Goethe vécchio ; ma è la continuazione del gio– vane. Figlio della natura, anzi d'una natura domata, incivilita, che ha una missione educativa sugli uomini, il suo pensiero cerca in essa la sorgente dei suoi sviluppi. Egli è un investigatore della natura, un pensatore naturalista; la scoperta delle verità naturali lo attrae, tanto nelle cose quanto negli uomini; residui d'i sapienza antica e medioevale dànno talvolta non so quale colorito arcano a,lle esplorazioni della sua intelligenza nei fenomeni fisici e psichici del mondo. Certamente., in veste di Faust, egli appare alquanto gio– vane signore borghese di Francoforte e giovane favorito della gaia e patriarcale corte di Weimar; ma Faust è pure nella sua mente. È lui stesso quanto Werther, quanto Guglielmo Meister, quantò ciascuno degli uomini in cui s'è cercato .. La diversità delle· cose, la molteplicità onde si distribuisce in esse la materia dell' Uni– verso, lo cònturbano nel suo bisogno ili pervenire all'uno, alla forma originaria, all' idea madre, al punto del punto; dove il mondo astratto combacia col mondo reale. Egli è nella scienza un dilet– tante di genio. Batte ogni terreno; oggi la petrografia e domani la botanica, oggi l'ottica, e domani l'anatomia delle ossa. La teoria dell'evoluzione è tutta in potenza nelle sue ricerche e nelle tracce deduttive onde perviene alle sue ipotesi e alle sue scoperte. Spirito mobilissimo; mente pellegrina. Ma pure sempre fisso, almeno per lunghi anni, nel bisogno e quasi nel sogno mistico di scoprire il canone della natura, la forma elementare, la genesi biologica ed estetica delle cose create. ·n primo vegetale, l'idea « pianfa >> che incomincia a vivere. La bellezza di ogni specie di piante trasfusa . - ' ' come raggio, in una prima pianta staccatasi dal seno_ laborioso della natura. Gli viene poesia da questa attività scientifica, come gli viene da tutto quanto gli accada nella vita. Poesia è la bella favoia illu- · minata che emàna dal vero e lo avvolge. Il cuore è freddo se non ama ; lo spirit9 è freddo se ogni cosa non gli si tramuta in poesia· l'esperienza peserebbe inerte sull'uomo, se egli non se ne libera,ss; nei fantasmi dell'arte. Le passioni sono in Goethe nei primi anni· ·BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy