Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932
388 S. Benco arte e a possesso meraviglioso della elasticità del linguaggio, quella di arricchire al massimo, mercè incisi talvolta monosillabici, l'ar– ticolazione e il contenuto d'un verso, è forse il riflesso anch'essa della rapidità con che le cose, presentandosi complesse al suo pen– siero, vi si vanno riordinando sommariamente. Oltremodo 'personale e caratteristico per_ciò, e a.:ifficilea domi– narsi lo stile di Goethe dov'è più spontaneo. Io ne ho fatto saggio ' . durante i forzati ozii dei miei anni d'esilio, quando, per trascorrere qualche ora, mi esercitavo a retroversioni su l'epistolario di Schiller e di Goethe. La riproduzione del periodo di Schiller, sempre perfett.o nei nessi logici e nel ritmo, mi veniva naturale e :fluente; laddove con ·Goethe non c'era caso che s'avverasse una coincidenza col colo-· rito del suo vocabolario e le intersezioni accidentate e brusche del suo pensiero. ·L'irregolare, tra i due, era <<l'olimpico>>; Schiller, il romantico idealista, aveva un modo di scrivere ben disteso e ben trasparente, dove. sarebbe stato difficile _il trovare un'incrinatura; in Goethe, fin dalle prime mosse, tutto si sfaccettava, tutto pren.: deva imprevedibili risalti, e tutto pareva ad! un tempo più concreto per vivacità espressiva del vocabolo e più approssimativo per minor · cura di sgomitolare Schiller era miglior ragionatore, più disciplinato e più lucidò; Goethe più artista, più vibrato nell'accennare dove tendess·e, più comunicativo nella disinvolta scioltezza dei suòi accenni a mezz'aria. ,Si vedeva in Schiller, come si vedeva in Herder (il terzo loro importante· coetaneo), la mente educata :filosoficamente; in Goethe un pensatore per innato e incessante bisogno riflessivo, ma non sistemato, anzi prepotentemente libero, se non per alcune idee d'ella prima sua formazione spinoziana che, fondendosi nel naiturismo di Rousseau e temperandolo, lo guidavano nella lieta avventurosa selva dell'esperienza. Ii luminoso detto goethiano << la vita è un'azione e non un pensiero>> riconosceva soltanto all'atto un'importanza vi– tale. Questo soltanto entrava n.ella catena della vita, aveva conse– guenze, costringeva il pensiero a modificarsi. Amore di Goethe era un'attività pratica intelligente; suo sgomento, - appunto per le conseguenze di ogni azione,, - l'azione fisica, istintiva brutale in– coercibile, carica di fatalità. Anche nell'arte, Fatto e;a risolufore. Quand'o Herder, al giovane aniico che aveva iniziato la sua educa– zione sotto governo francese (essendo dai francesi occupata tempo-. raneamente Francoforte), e bene o male aveva in senso classico orientato lo spirito, schiudeva il mondo delle idee romantiche, della poesia popolare, della immediata scaturigine della poesia dalle im– pressioni fresche della natura che ne circonda, la pronta risposta di Go~the fu la lirica, il canto, l'espandersi del suo cuore sempre innamorato in alcuni Li,e_der dalla fragranza di fiore : egli creò la realtà di quella poesia che i precursorLdella Stwrm und _Drang an- BibliotecaGino Bianco·
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