Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
La Scuola Media otto anni dopo la R-iforma 323 pigri perché potessero intendere che l'Italia del 1918 era sostan– zialmente diversa dall'Italia del 1914. La Riforma s'imponeva anzitutto per le condizioni pietose della scuola, elementare e della complementare-normale dei maestri, ché quella si regg(:)va su una vecchia tradizione agnostica, e questa im– pallidiva, fra una, cultura rettorica e una falsa scienza pedagogica. Fu bene provvisto introducendo nella elementare nuovi principii, sicché canto musica sport disegno libero, oggi, vi si alternano con l'insegnamento di cose che hanno rad~ci nel pensiero del nostro po– polo e in cui sono aurificati i caratteri della nostra nazionalità; e trasformando, di conseguenza, le Complementari Normali in Scuole Magistrali istituite con un più razionale sistema pedagogico. I nuovi programmi magistrali tendono a preparare l'insegnante elementare in maniera che egli possa sentirsi centro di un piccolo mondo cul– turale e procurarsi per ciò quell'abito :filosofico che lo metta in condizione di progredire e di conoscere nuove cose, o per lo meno di desiderare di conoscerle, che è quanto dire crei in lui l'intimo biso– gno d'imparare e d'insegnare, di sentire la scuola come educazione della volontà e del gusto. Basti accennare agli ottimi resultati che si sono ottenuti con l'insegnamento del latino nelle <Magistrali per in– tendere la serietà dei propositi che ha animato il legislatore della Riforma; i nuovi maestri hanno il senso sintattico e grammaticale dell'italiano meglio sviluppato e possono finalmente rendersi conto dei. processi logici della nostra lingua, in maniera da saperla in- segnare più razionalmente. _ - Nel campo dell'istr.uzione primaria la Riforma d'el '23 ha otte– nnto successi che tutti le riconoscono volentieri. Ed un successo si può dire che sia l'aver capito per primi la opportunità di istituire una scuola postelementare che rispondesse agli immediati bisogni culturali dell'operaio e che fosse fine a se stessa. Programmi non del tutto felici affrettarono però già nel '25; dopo soli due anni di vita, la morte della così detta Complementare nuova. Ecco perché l'onorevole Belluzzo concepì più tardi il piano di una scuola di av– viamento al lavoro e cercò di attuarlo durante il suo ministero, ma senza fortuna perché non del tutto libero neppur lui da preferenze per la cultura generale piuttosto che per quella di mestiere e pro– fessionale. Solo oggi, col Ministro -Giuliano, un nuovo piano in via dli attuazione ha promosso l'istituzione di scuole di avviamento pro– fessionale nelle quali è fatto posto, secondo le esigenze della pro– vincia in cui ogni scuola ha la sede, all'insegnamento agricolo o in– dustriale o commerciale, così da assorbire a poco a poco istituti analoghi che già, erano sorti d~ temp? e d3: uni~ormar~ in ll;n "?nic~ sistema l'educazione dei nostri operai degh agr1coltor1 e dei p1ccoh commercianti di una buona parte cioè del popolo. Quand'o q~este scuole potranno funzionare con sicurezza e lar- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy