Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
320 0. Oomisso bere nel bicchiere che traboccava; avrei veramente desiderato bere e trattenermi con loro; tutti e quattro mi accerchiavano festosi e cordiali ora con motivi di tarantella, ora con accenni a scene di an– tiche commedie. Erano la vita, la vita della- città scomparsa, che rinasceva fuori delle mura colme di lapilli, come pianticelle d'un campo fuori da quello che è Rtato distrutto dalla grandine. E sor– ridendo e salutando con la mano passai oltre desideroso di entrare nella città,. Avevo visitato gli scavi dia ragazzo, sul principio dell'adole– scenza, ma non ricordavo che una grande stanchezza e della città niente. Avvicinandomi all'entrata, sentivo il bisbiglio di un gruppo di guide sedute sotto gli àlberi che cercavano d'i dedurre, cosi dal solo vedermi, di quale nazionalità fossi. Come sentirono che chie– devo del soprintendente agli scavi, voltarono le spalle deluse e se ne ritornarono all'ombra degli alberi. L'ù.fficio del .soprintendente sistemato in una casetta ricostruita, accanto al Foro, faceva stra– namente pensare all'interno d'una baracca dii qualche comando in guerra durante lo svolgersi incerto d'un combattimento. Il direttore aveva una testa tutta bianca di capelli e i lineamenti regolarissimi e marcati nel volto sano e sanguigno. Faceva pensare ad un colon– ne1lo alpino che avesse passato la sua vita nella pura aria dell'alta montagna. Parlava sottovoce, tenendo tesi gli occhi. Faceva anche pensare a certi cammei a due o più strati. Parl~va di sé e della sua opera con un tono che a volte ricordava i religi osi : - Qu esta città che è viva, e rroi lo sentiamo gforno per giorno attraver.so le nuove scoperte, anche oggi. ... - Tendeva quasi mani aci gli occh i grigi, e continuava a parlare sottovoce, quando, inteso da un lato un lamento come un sospiro affannoso, mi volsi e vidi uno, seduto ad una tavola d'angolo, che teneva la testa reclinata sulle braccia. Il direttore, come mi additasse un ferito eroico, mi _spiegò che era un suo aiu– tante che per accompagnare un'alta, per.sonalità a visitare gli scavi s'era, preso un tremendo colpo di sole. - Trent'anni di scavo! - Credevo parlasse d'i Pompei, ma invece si trattava della sua vita. - E le assicuro che la passione penetra nel sangue, nelle ossa, di– venta una fede, noi uomini di scavo .... - Davanti a lui; tra un in– gombro di carte v'erano alcuni pezzi di terracotta, ne aveva preso uno, lo stringeva con le dita nel parlare e poi nei momenti più conclusivi lo batteva sulla- tavola. - Sono qui che attendo gli esiti dei lavori che stiamo eseguendo alla Casa del Vasaio. La rabdomante ha segnalato l'oro, si scava ad una profondità di venti metri, sa, se fosse un altro tesoro come quello, trovato recentemente .... - In– tesi dietro a me -µno che era entrato, attirando avidamente lo sguardo del direttore : - E allora ? - questi chiese. - È .stata tro– vata l'acqua ... , - rispose timidamente una voce. - Maledizione! - e bat_té con forza il pezzo di tenacotta che teneva tra le dità, tanto BibliotecaGino Bianco
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