Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

318 G. Comisso luzione nell'aria, coglie il formaggio e lo immette nel taglio. La sera scende fredda, i ragazzi accendono dei fuochi e si raccolgono attorno ; altrove uomini e giovanette pare si riscaldtno al canto, d'uno sdentato girovago che agita e batte un tamburello ingiallito. Cantano le donne nella chiesetta confusa tra le case alte e corrose. I parrucchieri, col pettine tra i capelli sovrabbondanti, richiamano con sibili leggeri delle labbra come se volessero offrire delizie· d'amore. Cantano i carcerati alla Porta del Carmine, al di là del muro. Una chiesa oscura dietro alla cancellata si eleva a gradi fino alla punta estrema del campanile che riceve l'ultima luce del giorno; una casa rossa, cupa tra fasce grigie, chiude la piazza, le :finestre del carcere accolgono tutta l'ombra, una sentinella tra il muro e una garitta, passeggia arma.ta. Su d'una porta sta scritto: «I colloquii coi condannati definitivi si -rilasciano lunedì dalle 10· alle 12 >>. Due condannati seduti sul muretto dalla parte del porto~ conversano con una gu.ardia e guardano senza alcuna invidia la gente che passa. PoMPEJI. Questo alberghetto, Al sole) non ha epoca, è di oggi, come di duemila anni fa, vi passo giorni beati : dormo profondamente asse– condato dal vino denso che mi servono a tavola, mangio non dirò cose squisite, ma viene a tenermi compagnia Vincenzino il figlio dei padroni, che vuole imparare a fa.re la guida. Egli costituisce il mio più grande divertimento. Questi napoletani sono esseri unici al mondo: affascinanti e affascinabili. Vincenzino ha diciott'anni, pieno di grazia, ha momenti di timidezza ed altri di puro entu– siasmo che lo rendono disinvolto. Mi piace incantarlo, dirgli cose straordìnarie : - Ma, io non so, voi napoletani avete un gustor liln'eleganza: ecco, tu col tuo vestito hai tutta l'aria d'un giovaine principe! - Egli arrossisce e sorride. Mi diverto a stordirlo di elogi, ba la bocca disegnata come nelle teste delle statue greche. ---:Del resto, - soggiungo, - l'aria, qui, è la stessa d'un tempo, la terra, pure, perché si dovrebbe nascere diversi ? - Trova il ragio– namento perfetto e pare compiacersene. Se durante il pranzo suc– cedono momenti di silenzio, sùbito la moglie del padrone, con estro animoso, interviene a pregare che si attacchi qitalche discussione. La cucina è all'aperto sotto ad una tettoia, cucina nera 'e confusat dove due donne grasse stanno in faccende e in continuo bisticcio· con un ragazzo bruno e slanciato che tutto flemmatico non fa che sciacquare .i piatti. Tra gli alberi del giardino spiccano fitte le arancie. - Ma perché, Vincenzino, vuoi fare la guid'a? Non hai dei parenti in America ? - E allora perché non pensi di and'are laggiù quando avrai fatto il soldato? Voi napoletani siete cosi intelligenti! BibliotecaGino Bianco

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