Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

Tre cardinali e un papa 297 non lo sarebbero più, mi dava uno strazio non privo di dolcezza: versavo in silenzio, dentro me solo, tutte le mie lagrime. · Fu in quei giorni che Leone XIII si ammalò : Roma e il mondo furon pieni sùbito della notizia. La grandezza di quel Papa si ve– deva nell'atto stesso che stava per lasciarci: si inchinavano anche gli increduli, gli scettici, gli indifferenti. I medici non sapevan dire che malattia. fosse : il gran vegliardo aveva degli arresti spaven.: tosi, ore e ore di collasso : la fine sembrava prossima, imminente; il telegrafo già l'annunziava. Poi all'improvviso la fibra prodigiosa riprendeva: era sempre lo stesso prod[gio, quello che avevo visto in San Pietro, ma commoveva di più. I giornali eran pieni di lui; un giorno lessi un particolare stra– ziante : steso nel suo lettuccio, muto, ad occhi chiusi, i familiari lo credettero assopito e si scostarono un momento ; lo ritrovarono desto, con gli occhi pieni di lagrime. Domandarono ansiosi in che cosa potessero aiutarlo : il moribondo non rispose, seguitò le sue lagrime mute. Piangeva il Papa; piangeva di sé, di tutti: tutti dob– biamo morire e la morte è sempre quella, a vent'anni come a cento: Cristo, solo a pensarla, sudò sangue .... Quella notte, chiuso nella mia camera, -.sul letto c'era già la _ valigia aperta, con i quad'erni di-memorie, i fasci di lettere, i :fiori secchf, - sviluppavo le Jastre fatte nel giorno : l'acido stanco o la posa sbagliata, non so, so che da un'ora guardavo e riguardavo le due lastre immerse nella bacinella, senza che la più piccola ombra nera rompesse il chiarore latteo della gelatina: la candela, nella nicchia della lampada rossa, si disfaceva, allungando una fiamma enorme, intermittente : il buio, il caldo asfissiante, quel silenzio greve, l'afrore della vernice riscaldata mescolato col puzzo del– l'acido .... tutto aumentava il mio malessere. Mezzanotte doveva esser passata da un pezzo : non sentivo più friggere pel corso la lampap.a ad arco davanti alla :finestra e per i marciapiedi non sentivo più passare anima viva .... All'improvviso, dal fondo della strada, un grido sgangherato: - La morte dli Leone XIII ! edizione straordinaria ! il Messag– gero ! la morte di Leone XIII ! Il cuore mi si gelò. Rimasi immobile, col :fiato teso, tutto il tempo che le parole lugubri, rimbombando tra le case deserte, si vennero accostando, diventaron laceranti sotto la mia :finestra, come il grido d'un rimorso, e si perdettero in lontananza, lenta– mente. Non era vero. Partii che il Papa lottava ancora nel suo letto di dolore· ma ho lasciato Roma per sempre (ché non è tornare scen– dere d~ un treno, arrampicarsi sul primo tranvai, sfamarsi alla prima osteria, dormire nell'ultimo albergo, sballottarsi d'a un por- Biblioteca Gino Bia~co

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