Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
294 Bello era il sole nella cameretta : le rondini volando per il cielo passavano rasente a.Ua finestra coi loro strilli acuti: pareva mi dicessero anche loro : « piantali, scappa con noi! la vita è bella>>. Una mattina la mia ribellione era matura: niente spionaggi dalle gelosie, niente imposture ! Balzai in piedi sul davanzale, e provai a infilare la testa tra le sbarre : sì, ci passava. E allora vidi: la fuga dei tetti, le cupole, le torri, la scena larga, che « a ri– creazione» vedevo dall'alto della terrazza, ma con in più una buona parte della strada, due piani interi del palazzo di fronte, quella :finestra e le altre in lunga fila, chiuse, aperte, semichiuse. Sul principio io non pensavo a « lei » : badavo a respirare la libertà. Ma poi sentii uno strillo ed intravidi una testa, che si era affacciata un momento e si era ritirata; tornò prestissimo con altre due: sì, erano loro, la bionda, la bruna, la ricciutella, e tutt'e tre cominciarono la beffa : gorgheggi di risate, mezze parole.... can– zonavano me, burlavano quel «prete», il carcerato impiccato alle sbarre. Ed io imperterrito a guardare l'orizzonte, i pini d'el Gia– nicolo che sporgevano sul tetto : alla :finestra non si possono affac– ciare tutti i cristiani ? Le risate continuarono. un bel pezzo; poi scemarono di" tono~ la bruna era sparita. Poi .spari quella coi, ricci; rimase la biondar lei. Mi guardava senza ridere, io la guardai.. .. Era tanto ch'ero innamorato dell'amore! Quando ritirai la testa,, e con un salto ridiscesi a terra, rimasi per un pezzo dietro la persiana col cuore che batteva a tumulto. Poi lentamente riaprii lo spioncino : essa era lì, guardava in alto; pareva aspettar qualcosa. Mi parve immensamente bella .. Dissi a me stesso forte : - Ecco che ami ! Poi ci fu la gioia delle astuzie istintive. Per parlarci, senza destar sospetti, ebbi io l'idea dei cartelloni: frasi a caratteri gi– ganti, scritte col rovescio della penna sui giornali. Lei mi rispose a quel modo: le sorelle eran lì, composte, ad aiutare. Imparavamo. a conoscerci: il passato, H presente, l'avvenire. Un giorno mi fa una domanda ardita : - Ha letto il cantico dci cantici ? - Sì, - e arrossivo; pensavo a quelle frasi della Bibbia, cosÌ! roventi anche smorzate dal simbolismo più mistico .... Ella inten– deva una cosa più innocente, un drammuccio borghese di Ca– vallotti, il chierico che si innamora: lo seppi molto dopo. Intanto i convegni spesseggiavano : qualcosa dovette trapelarner nelle finestre più sotto c'erano i nostri superiori. Un giorno i} prefetto venne a parlarmi in camera, in modo obliquo: guardava l'inferriata .... ma poi non osò dir tutto, forse non volle. Io sentivo BibliotecaGino Bianco
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