Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

292 G. Bucci l'ho davanti, chino su di me : una fronte d'avorio, due occhietti luccicanti in fondo alle orbite, due labbra sottili che tremano cer– cando la parola, mentre la destra si alza in un gesto che pare una carezza .... È un attimo. La mano greve, che m'era sulla spalla, è scesa al gomito, mi ha sollevato in piedi, mi ha spinto da una parte, rude– mente. Il .corpaccione del monsignore già mi nasconde il Papa; già ci assorbe una colonna di altra gente che si accalca verso un'altra porta, dove un gendarme, col colbacco sugli occhi, ripete che bisogna far presto, uscire .... Sento sul viso l'aria di fuori; riconosco le Logge, il cortile, sento che le gambe si muovono libere .... e allòra mi convinco che tutto è finito : il Papa l'ho visto, sì, non era un .sogno; ma ci han man– dati via proprio l'istante che il Papa voleva parlarci. ... Oh si, pri– gioniero, povero gran vecchio! e non di se stesso, come disse quel poeta, ma di tutti, dei suoi servi.... servus servor-um. Triste vec– chiezza quella di un potente, dell'uomo più potente d'ella terra, che pochi servi segregano dal mondo e gli vietano così tutti i conforti, anche il conforto di dire una parola buona a chi lo adora.... Si . può tradire di più la religione dell'amore? E anch'io non erò prigioniero ? La persiana a imbuto della mia cameretta, con quelle stecche grige. rivoltate in su, e le inferriate che ritagliavano il cielo, non eran quelle di un carcere"? e che delitto avevo io commesso'? Anni e anni, mattina e sera, estate e inverno, d'a quell'imbuto era giunto al mio orecchio, mentre studiavo o pregavo, il rombo della vita sconosciuta : voci d'uomini e di donne, fragore di carrozze, il raschìo del tram che da piazza San Luigi dei Francesi voltava verso il Panteon .... Ma adèsso io lo seguivo come non avevo fatto mai : rivedevo il centro elegante, le vetrine dei negozi, la gente libera di andare e di stare, senza richiami di campanelle e di prefetti. Passava e ripassava all'ora solita l'omino çhe aveva quella bella voce in cadenza: - I pomidorU oh q1ianto soobelli i pomidori! - Passava col suo verso :flautato l'acetosaro: - Fiaaasco .... d'acqua– cetooosa, - e l',ih! al somarello che ripigliava il suo trotto. Io l'invidiavo. In alto, più vicino al mi<:rorecchio, dal palazzone che avevamo di fronte, - lo vedevo di corsa per le scale quando scendevamo a refettorio, - venivano altri rumori, altre voci : sbattere di porte, acciottolio di piatti, gente che si chiamava, il gorgheggio nasale d!i un pappagallo: « loreto! loreto!)) con quell'erre bleso così buffo, e un pianoforte, che suonava di rado, a tratti. C'era una voce di donna che l'accompagnava, morbida, intonata, ma anche un po' im– paziente : certe sonate le conoscevo anch'io, « la preghiera d'una BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy