Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
Giosue Carducci e Giuseppe Torquato Gargani 277 confessione e la comunione, e l'.ha fatto con edificazione grandis– sima del cappellano e con :fiducia amorosa in Dio salvatore. Po– vero Torquato, non poteva morir meglio! 1 ). Io ritengo con me la nota di tutte le spese occorse nella malat– tia e dopo pagate con lo stipendio : ritengo l'inventario de' suoi oggetti di vestiario ed altro, e la nota de' libri : ti manderò il tutto insieme con la relazione. Del funerale si sono voluti incaricare Don Bolognini e· gli amici di Torquato che sono de' primi signori di Faenza; e l'han fatto splendido : gli han preso luogo distinto nel camposanto. Per l'ufficio in chiesa, c'è stata messa cantata di molti preti, e 16 messe di suffragio per l'anima. Non ti posso dire quanto era amato e stimato e adorato in Faenza : proprio tutti i 'maggiorenti della città eran sempre a visitarlo, ed ora danno prova del loro amore con questo funerale. Io ho creduto bene di non oppormi: e spero che non d:i.spiacerà né"a te né alla famiglia: non è stato altro che l'ultimo attestato di stima- e d'amore d'ella città di Faenza al povero e caro Torquato. Dio l'abbia nella sua pace! Scrivo disordinato, perché son proprio contristato dal caso che non mi aspettavo almen così presto. Consola, come meglio sai e puoi, quel povero vecchio del tuo buon padre e le tue sorelle. Scri– vimi subito, dandomi i tuoi or·dini e consigli su quel che bo a fare delle robe. ,Ma, ti ripeto, presto ti mnnderò tutte le note. Ad'dio, caro Galgano, fatti coraggio. Tuo aff.mo amico Gr osuÈl CARDUCCI. Dopo il trapasso dell'amico, n-carducci continuò per un pezzo a scrivere ai parenti di Torquato, per la .sist~mazione di varii _affari. Il 4 aprile, così. scriveva: Ti mando un ritratto ch'era restato a me, e la Relazione del prof. Emiliani. Finché non mi si presenti; o tu non mi accenni, una occasione sicura, riterrò io le carte: sono in grandissima parte lettere o documenti raccolti in una cartella. Nei primi giorni della malattia, qua.nrlo io era in Faenza, molte ne distrusse egli stesso : il quale poi, incontentabile sempre d~lle cose sue, quelle scritture che non ha stampato era solito strappare, quando tornava a ri– leggerle. 0:nde di letterario non-c'è che le prime bozze del Discorso 1) Anche Don Bolognini, scrivendo a Gaigano Gargani, conferma la piissima fine di Torquato: « .... la morte dell'ottimo, impareggiabile mio amico è stata non pure esemplare, ma proprio angelica; e le basti intorno a ciò, che il prete medesimo che l'ha assistito ne ba chiesto e ottenuto da me il ritratto per conservare (sono parole del prete stesso) la memoria d'un giovine ohe ha fatta wna morte da arigiolo i>. BibliotecaGino Bianco
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