Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
274 L. Pescetti [Faenza, '2:/ febbr. 1862]. Caro Signor Gargani, Sono qui in Faenza; dove ho trovato il nostro Torquato affetto_ da una lenta infiammazione agli intestini accompagnata da affezione al fegato. Egli si allettò fin dalla settimana passata, ma leggerissi– mamente, cominciando con indisposizione di stomaco : ma su le prime, ripeto, era leggerissima cosa; e anzi pareva che si andasse rimettendo. -Ora in questi ultimi giorni è tornato ad aggravarsi : la malattia si va svolgendo ; e per la sua natura si teme che non sia cosa da terminare in breve; e né pure tanto leggiera. Io, chia– mato da Don Bolognini, l'amico ed ospite del nostro Torquato, son venuto a vederlo. L'ho trovato molto debole di forze : edl ho risoluto di scriverle, e dargliene notizia. Non si spaventi però : la malattia è lenta e grave: ma pressantissimi pericoli non ci sono. Del resto, La-posso assicurare che egli è curato diligentissimamente da due medici, è cu.stodito e guardato e tenuto, come se proprìamente fosse in casa sua : e questo Signor Bolognini, che è uomo delicatissimo edl amico egregio, porta impegno a bene e diligentemente tenerlo quanto farebbe, e più, ad uno della propria famiglia. Io· seguiterò a te– ner La informata; perché ogni giorno Don Bolognini mi manderà le notizie di lui a Bologna. E Ella, se avrà a dirmi qualche cosa, o se desidera altro, scriverà a me dirigendo la lettera a Bologna. . Non prenda però soverchi sospetti, e non si lasci andare a temer troppo. Io confido e spero che_Torquato, se non prestissimo, pur si rimetterà. Mi scriva· pure franchissimamente ; e mi comandi in tutto quello che posso servirLa. Mi creda con stima e affetto suo aff.mo GrosuÈl. CARDUCCI. Riparti per Bologna la sera dopo, dopo aver messo in ordine le carte del Gargani, alquanto migliorato, e lettagli un'altra novella del Boe– ca,ccio, quella di Ghino di 'L'aoco. In viaggio, sui cuscini della 2a classe . (un lusso eh<> in quei tempi si permetteva di rado) lesse la prefMione alle poesie del Mamiani. · Dopo qualche giorno, eccolo di nu9vo a Faenza; e cosi scriveva al padre del Gargani : [Bologna, 8 marzo 1862]. Caro e pregiato signor Gargani, Le s_crivoda Faenza, dove sono fin da ieri a vedere il nostro Tor– quato ; e dove mi trattengo finché non ci sia unai decisione di que– sta sua malattia. Lo trovai adunque, che era assai aggravato ; e specialmente nella mattina di ieri 2 marzo e nella notte antece– dente avea avuto una febbre gagliarda con un po' di deliquio. Onde, benché ,il pericolo non fosse grande né urgente, Don Bolognini, Bi lioteca Gino Bianco
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