Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

270 L. Pescetti dere con più certezza, quando nella casa nuova, dove vo venerdì, gli avrò ordinati. Su poemi romanzeschi io non ho nulla di scritto: né per ora saprei dirti· con precisione gli autori e le opere a cui .tu possa ricorrere. Ma lo fa.rò in brevissimo, quando mi sia accomodato un poco materialmente. Dei romanzi in prosa del Trecento qualche cosa dovresti toccare: la Teseide del B0ccaccio apre poi il campo de' poemi italiani narra.ti vi romanzeschi; gli sussegue il Gismirante del Pucci in due canti; poi il Buovo d' Antona, la Spagna, la Regina Ancroia. Questi sono d'el primo ciclo, e scritti da fiorentini ano– nimi (credo), ai quali potrebbe forse aggiungersi il Oirifjo Oal– vaneo del Giambullari seguitato dal Pulci. Del secondo ciclo sono il Morgante d'el Pulci maggiore e il Mambriano del Cieco di Fer– rara; del terzo, l'Orlando del Boiardo, poi seguitato dall'Ariosto, e perfezionato d'al Berni. Ecco la cronologia ideologica di questo ,genere. I particolari, a più comodo. Vedi intanto se trovi alcuno -0.iquesti, e fattene un'idea. E intanto puoi rileggere quel che dice _ •dell'epopea romanzesca il Ginguené (Tomo IV), che, pur senza penetrar troppo dentro, dei fatti ne ha. Aspetto la risposta di T.e Monnier, per quando s'abbia a cominciare. Di nuovo mi ti raccomando se ti riuscisse trovare un buco pel Cristiani costà. Dimmi se, intanto, potrebbe fare un'istanza, e ·mandare suoi documenti. Le mie donne stanno bene : e ti rendono· mille saluti. La Luisa ·séguita a bestemmfa,re in suo gergo, e ride ride ride come stolta ch'ell'è; e spesso, vedendomi scrivere, mi domanda se scrivo a te; e ti manda a dire cose ch'io non intend'o, ma imagino impertinenze. Valfredo si prepara per un esame di concorso alle RR. Poste: e se lo ammettono, mi tocca a, pagargli di cauzione 600 franchi. Vedi come la va bene ! . Addio a presto ; intendo di scrivere. Ma chi sa che a' primi di giugno, per isvagarmi un cotal poco, non venga a Faenza? Dimmi dove stai dii casa. Tuo CARDUCCI. Partendo per Faenza- il Gargani aveva in cuore una dolce .passione ~ per una donna, per Giulia Nencioni, sorella del suo amico Enrico. Si erano fidanzati a Firenze, pochi mesi prima. ·Questo sogno d'amore, prossimo, per quanto appariva, a concreta;rsi nel matrimonio, alimentava come una fiamma il gr~ile corpo di Tor– quato. Le sue lettere alla Giulia traboccano di passione vera, lasciando egli, una volta tanto, 1e veneri e i fronzoli dello stile arcaicizzante a lui caro per abbandonarsi alla piena del cuore. E della sua Giulia dicon tutte le lettere di quei mesi al Carducci e al Chiarini. Ma venne presto il disinganno: una lettera di Enrico., del sèttem– lwe '61, l'avvertiva, non senza brutale franchezza, che la Giulia s'era BibliotecaGino Bianco

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