Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
G-ios1teCarducci e Giu,eppe Torquato Gargani 269 Intanto, a Firenze, ne' crocchi dei letterati, di più o men bassa statura, non si cessava dal motteggiare e dal maJignare sul conto del Carduc.ci, neoprofessore d'Università. A tal proposito, è assai signifi– cativo il fatterello raccontatoci, il}. una lettera al Gargani dell'aprile '61 da Niccolò Pierini, mediocrissimo versaiuolo, accodatosi al_ grupp~ de' « pedanti >> : · Increbbemi assai del ritiro del Mamiani, ché ignoro se il suo successore sia in grado di evitarne gli errori e correggerli. Un aneddoto curiosissimo, che piacemi dli narrarti, mi avvenne al Caffè Galileo tra i nostri, anzi tra i vostri vecchi amici. Cadde appena . ' grnnto nel caffè, discorso sulla dimissione di Mamiani. Il più lepido di essi, dopo avermi salutato, disse: - Mamiani è caduto: i seguaci della bella scuola l'avra,n sentita male, ché non v'è più chi dia loro l'impiego. - Se la conti per me, - gli risposi, - dici male, per– ché da Mamiani non ho a,vuto nulla. - Vedi, amato Gargani, quali sono gli amici cordialissimi, esaltatori di Giosuè: sono astiosi' della fortuna che gli han meritata. 'i suoi studi e il suo ingegno 1 ). Nel maggio, il Carduoci forniva all'amico notizie intorno ai -poemi romanzeschi italiani. Bologna, 7 maggio 1861. Carissimo Torquato, Rispondo breve ma intiero ana tua cartolina del 5. Inaspettata e a.mara, come a te, giunse anche a me la novella della morte del povero Matteini: e lo stesso, che tu, penso della quasi perfetta; nella sua piccolezza, prmietta d'Isidoro e delle affettuose epigrafi del Pro– cacci. La sig. Grace non è anche venuta a Bologna. Non ti faccia meraviglia (della rabbia e del danno non dico) il ritardo ministe– riale del tuo pagamento : nel fatto delle Finanze hanno fatto grandi spropositi, con detrimento de' pubblici officiali,. e qui e in Lom– bardia: indugiano per aver male ordinate le amministrazioni, ma poi pagano. Non confonderti più che tanto con gli scola,ri, quando cosi poco meritano : fa il tuo dovere, fallo intieramente, anche di più che tu non deva, e cerca d'adempierlo anche con tuo pro– fitto: ma poi non perdere l'opera a voler trarre oro dalla cenere. Al Chiarini, che alcun giorno fa mi scrisse rimproverandosi del suo procedere teco e parlando di una tua lettera feroce, riscriverò domani ; e al Donati. Del Vescovi non so nulla. Veniamo ai lavori. Il Boiardo mi par certo di non averlo ripreso, né infatti per ora lo trovo fra i miei libri. Ma te ne saprò rispon- 1 ) Oarteggi-0 Gargani, camicia 83.
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