Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
266 L. Pescetti discorso del Poliziano l'allargai e lo determinai meglio, trattando Delle età storiche della letter. ital., te la manderei. Se pur ti piace, scrivimelo. Di grammatiche greche, i' ho il Burnouf, il Dubner, il Curtius, e quella di Oxford (moderne). Buono il Dubner e buono il Ourtius (questo però per i già esperti delle altre grammatiche) : ma-per le scuole e per i principianti sempre meglio il Burnouf o, se vuolsi, l'Oxoniense. Mi disse Chiarini che tu gli avevi parlato del Volgarizzamento degli opuscoli di Cicerone (trecentistico) che costassù ci è da avere per poco. Mi scrivi se ce ne fosse uno per me, e a che prezzo ? ch'io ti manderei il denaro. Del venire non son sicuro : un'idea mi aveva preso, venir nella settimana santa. Ma non ne son certo. O perché non vieni tu qua per pasqua ? ch\o son solo, e mi terresti grata compagnia e ci daremmo alla laetitia. Ma se non vengo ora, vengo certo nell'estate, a pena sia aperta la strada ferrata. A proposito ; questo settembre vogliamo andare in– sieme a Firenze? È escita o esce domani la Vita di Dante: l'hai sempre rivista tu? Ti acchiudo una lettera del Teza : la quale, come d'uomo molto libero e che dalla conoscenza delle letterature straniere che ha pro– fonda e del greco cne ha profondissima prese un modo largo e pur giusto di veder le cose, ti torna a lode non poca. Riveriscimi affettuosamente il Ghinassi e salutami il bravo Don Bolognini. Me poi ama. Tuo G. CARDUCCI. Le mie donne e mio fratello, che stanno benone, ti salutano ca– ramente, e si dorrebbero se tu non venissi a pasqua, quando ne fossero cer ti. Oh e fa la tua famiglia ? il padre tuo vecchio ? e il tuo fratello da.né schede ?- Il 20 marzo venne, finalmente, la nomina governativa del Gar-gani a reggente di lettere greche e latine nel Liceo faentino; e Giosue lo sti– mola fraternamente, e lo consiglia. Bologna, 23 marzo 1861. Caro Gargani, Credevo di riscuotere oggi, e credevolo fermamente · onde fin oggi ho indugiato di rispondere alla tua lettera, per m'and'arti il denaro. Quand'ecco ch'io so dal bidello che solo giovedì mi paghe– ranno :_ il che se mi riesca sgradevole, imagina pensando che non ho più denaro. E imagina quanto mi spiaccia non poterti mandare quel poco che mi chiedi ; perché me ne può venire il danno che io non possa godere della tua compagnia. Ma deh non sia! Se giovedì ti BibliotecaGino Bianco
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