Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
Giosue Oard·ucci e Giuseppe Torquato Gargani 261 battendo in Sicilia per la libertà, che ora par da vero abbia messo il piede in Italia; se su l'ultime terre, non monta; ché la libertà è fulminea. Ma noi non siamo, giovi confessarlo, a,i tempi di Grecia e di Roma, quando la patria pensava ai parenti de' morti per la patria. Tu hai il padre cadente, che d'ora in ora può soccombere alla necessità dii natura : chi dice a te, non t'incolga questa disgra– zia, quando tu sii dove vuoi andare ? E allora, con che cuore, e, aggiungo francamente, con che coscienza, potresti tu affrontare i pericoli? Lasciamo che può avvenfre di peggio. Alle tue sorelle chi provvede? non l'un fratello, sfortunato e disadatto; non l'altro, trattenuto da obblighi militari. Quelle due donne, civilmente edu– cate, non possono né mendicare né stentare incertissimamente la vita: poniamo che alcun pur volesse sostentarle d'el suo,' sarebbe a loro amarezza e d'olore continuato. Cosi potessi io dirti: Va pure, o fratello, e combatti, e muori, se vi è bisogno : la casa mia sarà casa de' tuoi. Ma sai che delle generose e nobili cose la fortuna mi ha permesso solo il sentimento. Sa Iddio, se a me, che non ho po– tuto, quel che pure è stato il desiderio ard'entissimo della mia gio– ventù, spendere la vita per l'Italia, piange l'animo a dissuaderne chi pur vorrebbe farlo 1 ). Ma così parmi che consigli il dovere; il quale l'amor di famiglia, pòne innanzi a quello d'ella patria, quando le cose non sono disperate, e in Sicilia v'è un popolo intero che com– batte, con spiriti antichi, e quello che manca sono le armi ; quando fossimo agli estremi, l'amor di patria andrebbe innanzi a tutto. Resta dunque, o Gargani: tu hai fatto anche oltre quello che do– vevi: ti basti: si può, si può giovare la patria anche se il dovere ti ritiene lontano dalle armi : i modi non importa a te gli ac– cenni io. Questo sarebbe il mio consiglio. Pensavi bene sopra, e sarà forse anche il tuo. Quando no, io a un tristo caso, farò quello che posso. Non dico più. Addfo : vieni a Pistoia : e ama il tuo CARDUCCI 2 ), Ma fu una, lettera del tutto inutile: ché il Gargani, quand'essa a.r– rivò, s'era già di nuovo a.rruolato con gli studenti, e sta,va per raggiun- gere la Sicilia. · Dopo varie vicende militari, già minato nella s111a debole fibra, nel novembre di quel medesimo anno accettò il posto di maestro di lingua latina nel Ginna,sio di Faenza, diretto da, Don Bolognini. 1) Si ricordino le sdegnose parole del Carducci contro. le accuse di Edoardo Arblb, nella Prefazione agli Iuveniiia (!Opere, IV, 76 sgg.). ~) In quello stesso mese di giugno, il Carducci pubblicò in Firenze, in un opu– scolo di 22 pp., l'ode Sicilia e la rivoluzione (Opere, VI, 256 sgg.; ofr. IV, 45). BiblìotecaGino Bianco
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