Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

258 L. Pescetti prima di frequentare gli Scolop·u, non si mostra troppo tenero davvero col giovane neocla,ssicista, nel quale scorge « tutti gli aspetti del pedante arcigno del barbassoro intollerante ed intollerabile>>, e la cui imma– gine er~ solita balenargli nella mentt:i tutte le volte che pensava al Granger di Cyrano di Bergerac. E continua il Martini : .... il Gargani era bruttissìmo, brutto come pochi uomini sono. Per giunta quando io lo udii declamar-e quelle tali ottave, teneva, la testa coperta da una p3:palina di incerato nero, su cui erano vi– sibilmente impresse le tracce di sudate fatiche. La tigna onde fu per alcun tempo affetto prima lo costrinse a radersi il cranio sino a.Ua nuca; poi a nascondere le piaghette ond'e il fungo non peranco supposto gli aveva chiazzato la cute 1 ). Nel tratteggiarne H fisico, il 'Carducci fu più generoso ~on l'amico, che ci viene rappresentato al vivo come « una figura etrusca -scappata via da un'urna di Volterra o di Chiusi, con la persona tutta ad angoli, ma senza pancia, e con due occhi di fuoco» 2 ). Se non mi fa velo l'amore per la mia Volterra, a me sembra che gli etruschi pigTamente adagiati sui coperchi delle urne non ,&.i.eno poi -miracoli di J)ruttezza, solo che si rianimino i loro occhi spenti. Ma forse il ricordo di aver combattuto, a suo tempo, il Gargani e la « su' diceria » nt:ii giornaletti fiorentini, e di aver quindi attratti su di sé gli strali dei «pedanti», aveva inconschtmente reso più pungente la 1penna del Martini vecchio, il quale, giovinotto di vent'anni, si. era divertito, fra l'altro·, a pubblicare settimanalmente, sulla Scaramuccia, il bollettino della salute del Gargani, cp.e fingevasi rieoverato nel ma– nicomio di San Bonifazio. Chi legge le prime lettere che corsero fra il Gargani e gli altri << amici pedanti», - specialmente la corrispondenza col Carducci, quando questi .si trovàva a Celle, a Pisa, a Santa Maria a Monte, - rimane colpito, e non piacevolmente, da quel fa_re manierato e retorico, da ragazzi un po' saccentelli: -soltanto un vago senso di mestizia e di aspirazione ad un avvenire migliore rende meno stucchevoli le lettere carducciane di quel tempo 3 ). Il Gargani, pur ardendo di un egual desiderio di gloria, tuttavia riconosceva,, e confessava apertamente, la propria inferiorità di fronte a: Giosue, che era da lui considerato l'ispiratore di ogni cosa alta e buona, maestro nello studio de' classici e nell'amore dei libri. E di libri vecchi e recenti, di edizioni rare e pregevoli è continua menzione nelle prime lettere. Specialmente Dante occupa la mente de' due amici. 1 ) F. MARTINI, Confessioni e ricordi (Firenze granducale), Firenze, Bemporad, 1922, 3a ediz., pp. 155 sg. 2) Opere, IV, 24. · 3 ) Tre lettere del Carducci al Gargani, del 1853, pubblicò S. MORPURGO, nel Marzocco del 24 febbraio 1907. Vedi, oltre le pubblicazioni citate in· séguito, il · G-iornale del Mattino del 16 febbraio 1916 (ove D. MANETIT pubblica una poesia inedita del Gargani, dedicata al Carducci) e il Giornale à'ItaUa del 24 febbraio 1907, ove è stampata una lettera del Gargani, in data 15 luglio 1853. BibliotecaGino Bianco

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