Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

K PETER, Claude Debussy 383 andato a letto senza aver prima collocato le pantofole in un determi– nato modo, o sarebbe passato sotto una scala. ,Scherzava su queste pic– cole manie, ma in fondo ci cred<wa. I giochi infantili gli permettevano di riposarsi: le combinazioni delle carte da gioco; i (<-solitari», lo ap– passionavano: « après ça, - diceva, - j'ai le ·cerveau comme une pièce en ordre )): i libri illustrati per l' infanzia lo int~ressavano a volte più di tutti gli altri : le fiabe di Andersen erano una delle sue letture pre– dilette, anche prima che nascesse la sua piccola Claudia, la « Chouchou )) del Children's Corner. Amava le leccornie, come un bimbo goloso, e se le concedeva per premio, dopo una giornata di lavoro intenso. Odiava _il brutto negli uomini (e beninteso ancor più rielle donne) e nelle cose. « ça me rendrait malade de regarder quelqu'un de laid », diceva spesso. Tre donne amanti compaiono in questi ricordi; ma non amò il gio– vine Achille anche la signora Vasnier? Le prime liriche di lui furon scritte per questa bella ed intellettuale signora che le cantava, dicono, in modo ,squisito : tra le altre, le cinque Fetes galantes di Verlaine, che, nella dedica, « n'ont jamais vécu que par elle et qui •perdront 1eur gràce cbarmeresse, si jamais plus elles ne passent par sa bouche de fée mélo– dieuse )). Più tardi, dalla Villa Medici, spediva frequenti lettere piene cli insofferenza, di nostalgia e di rimpianti al non più giovine consorte della << melodiosa fata>> : s' è detto che queste lettere erano indirizzate - al marito perché le leggesse la moglie e s' è insinuato pure qualche altro sospetto. Passione amorosa o felice incontro di due anime affini ? In quelle lettere c' è un ardore ed un impeto che presto si smorzeranno : l'irrequieto « Prix de Rome >> imp-arerà presto a torcere il collo all'elo– quenza ed a nas.condere i sentimenti sotto la maschera· dell' impas- sibilità. . Al tempo della composizione di Pelléas, - che fu ·scritto i:nteramente, secondo la testimonianza del Peter, in tre anni e non in dieci come qual– che biografo ba affermato, - Debussy abitava, non -solo, in rue Gustave Doré, presso la piazza di Wagram, quinto pia,no in fondo al cortile: la sua Melisanda si chiamava, allora, Gaby ed era bionda, « un peu forte>> e con gli occhi verdi. « Le menton puissant, les attaches ,positives, le regar,d résolument félin, elle avait accepté, avec stoi:cisme, on pourrait dire avec sublimité, l'administration de la misère à deux )>. Certo la . bionda e grassoccia Gaby non doveva comprender di molto in quel che l'amico suo scriveva sulla carta e suonava talvolta al pianoforte: e pro– babilmente, povera figliola, in cuor ,suo dòveva rimprover~rgli di non comporre dei bei valzer come quelli di Métra e di Cremieux, che avevan fatto e gloria e quattrini in quantità; ma s'addossava tutte le noie del ménage perché egli potesse vivere e lavorar tranquillo ed era felice quando, per ricompensarla, la conduceva al circo (Debussy andava pazzo per i clowns e per tutte le loro stramberie) e, se proprio le cose erano andate bene, alla birreria. Assai diversa Lily Texier, che Debussy sposava nell'autunno del 1899 : fine, di colorito pallido una bocca piccolissima, capelli tra il nero e il ' 1 . castagno, era giunta a Parigi dalla nativa Yonne e avorava m un grande laboratorio di .gartoPia. .Si amarono per diciotto mesi, quasi senza dirselo, poi un bel giorno si presentarono al maire del XVII e teca Gino Bianco

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