Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
O. VERGANr, Domenica. al mare 377 ma nei racconti che più gli appartengono egli ha vent'anni. E s'ha da dire, infine, ricordando l'inizio della presente nota, che lo scrittore ha un'anima sola., intr:msig,entissip:ia. BRUNO FALLA CI. VIRGINIAWooLF, The Waves. ~ The Hogarth Press, London, 1931. Se. 7/6. Questa nuova opera di Virginia Woolf, Le onde, è venuta in buon punto . .Senza contare i primi tentativi, cinque suoi libri erano già apparsi nel decennio scorso, destando, più che rumore di discus.sioni calore di . ' simpatie nel breve giro degli ammiratori; poiché Virginia Woolf è scrit- trice esclusiva, della quale è magari facile esser partigiani, come si è di Valéry, o si era una volta di D'Annunzio; ma fuori del cerchio ri– stretto degli amici, o diciam pure degli adepti, i suoi passi tra la molti– tudine son lenti. Recentemente, a questa moltitudine e ai suoi critici, aveva gettato una sfida; aveva voluto carpire l'interesse di tutti con un racconto strabiliante, per di pifr a chiave. La figura di Orlando, uomo che diventa donna, che vive quattro secoli senza in,vecchiare, dai tempi elisa– bettiani ai giorni nostri, ima,ginata e.on molta intelligenza e assai grazia, era Un pretesto; il libro era agitato da ragioni polemiche. Pettegolezzi odierni accanto a. acuti scor,ci di storia letteraria, spettacolosi costumi, paesaggi da fiaba senza incanto puerile, giudizi parados~ali, caricature parlanti, scene fantastiche e allusive: doti, più che difetti, vi si trovavan profuse, ma non equilibrate; e soprattutto- l'autrice sfoggiava la sua bra– vura, con ostentazione insolente anche se ricoperta dalla maschera del più imperturbato candore . .Si poteva dubitare che dopo aver gustato le pronte sodisfazioni di un giuoco ben riuscito sapesse ritrovare il meglio di se stessa; a molti anzi era parso che fosse dominata dal dèmone dell'espe– rimento, tanto più temibile in quanto si manifestava nel quadro esterni) e nel modo dei suoi racconti piuttosto che nella vicenda stessa,, di solito rattenuta e prudente; e che di una in altra prova questa scrittrioe do– vesse andar per forza alla deriva. Ma oggi .il' nuovo libro fa centro coi migliori (Jaoob's Room, M.rs DaUowaiy, To the Lighthouse); ché tutti rispecchiano l'esercitato controllo sulla materia letteraria e la minuta attenzione nella scelta dei mezzi espressivi. Si potrà oggi dire che la Woolf è scrittrice sperimentale in quanto ha un'estrema e puntigliosa co– scienza della propria fatica, e le piace saggiare la sua potenza ; non mai per significare che i .suoi libri non hanno corpo, o che la loro successione– o la loro essenza stessa è casuale. Le sue opere, per deliberato proposito, non sono propriamente nar– rative; nei suoi articoli di critica e di varia letteratura ella ha dimo– strato più volte di non credere alla necessità della trama, alla dialettica dei caratteri nei romanzi; i soliti conflitti e drammi l,e son parsi mezzi grossolani e futili per avvicinare l'occhio ai ca,si umani, alla vita. Ella racconta un'umanità senza vicende, rigettando i dati e gli eventi in un piano secondario, in una .specie di limbo; perciò ha bisogno di delimitare ìl suo campo, di crearsi per ogni suo libro uno schema preciso. Già i titoli hanno funzione di programma e di simbolo. Le onde del liotecaGino Bianco
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