Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

Lucia 209 zontei Jilelcielo: toccava a lei diaiutar la sua figliola. E non sapeva come. Idd.io le aveva dato la sua .croce: m.a dopo che la lasciassero modre. 'È vero ; da vecchi si desidera di morire. Ap rì pfaNo la portai scese. la scala. ·<;}iù in cucina, accese il fuoco,, mli.se il llìldcco del caffè a riscaldare. Faceva freddo, in cucina. . Tra il _SQilltt0, 'Maria l'aveva vista muoversi per la stanza, SOC– @himderè,e rickiudere glt~scnrir--vestirsi, andar via. Aveva paura di ~over parlare, di fa:rsi aieeorgere che era sveglia. _i - Smeftere -di vivere·, ora che era venuto l'inverno, com.e fanno le piante, sino alla primavera. Il suo corpo caldo nel letto caldo; non doversi levare, poter rimanere cost; con quella voglia-dolorosa di sti– rarsi tut:ta n@lle membra, col crescere di quella striscia di_luce che · i:ncorniciaiva i vetri, sotto gli scuri. Quel benessere di tutto il corpo a se~ttirsi lisciare dalle mami. Non doversi. 1@vare, non veder più nessun©, non sentir più_ vivere gli altri dintorno, nemmeno la ma!l!l!Imai. Lei. e il s:uo-c0rpo, la sua colpa e il suo bene, rÌel ~uo corpo.· Vince11zi(i) era lontano, nel tempo, dig·ià. Non èra àndato via ieri, fa distanza si era; mèssa fra di loro· subito; l'av;eva sentito allonta– fiarsi prima, ~uando parlava dell' 4,merica, che poi con lei non ne _voleva più parlare. L'2iveva sentito impallidire_ fra le mani, come se fosse diventa:to un'ombra, Ora era per mare, ora era lagg'iù, in ' America; spirit~ e corpo, laggiù. Perché <;loveva aver ·bisogno di lui r Non pQteva vivere· anche sola, lei e la sua colpa, lucida, vivida nel suo corpQ, senza bisogno di lui, senza bisogno' di nes 0 - sur1ò ?- Purché nessuno la guardasse, con quella interrogazione che vedeva negH occhi 'degli a;ltri, anche negli occhi della mamma,; pur-. eTuf fai laiscim;ssero viv;ere con la sua, colpa, _purché 110n si· dovesse -. llieVlJIJl'e, g'fil!ardare, parlare. Poter_ non pensare a :Vincenzo. Vincenzo ' sa;rebbe tornato, eome dubitare di lui,? Ma lei non voleva ehe ~or– nasse, voleva essere sola; non· voleva andare in America con lui. Vincenzo si sarehme -vergognato di lei, lagg_iù. E lei voleva restar C()m'era, non dovergli nulla, piuttostò scordarsi di tutto. Forse - l'aveva saputo an~h~ prima, l'aveva saputo sempre,, che lui sàrebbe , lJIJndat() via, e aveva V()luto lo stesso; in questo pensiero la sua soffe– renza s'i]lacerbiva e trovava un calorè di contentezza. A non aprir gli! occhi, la so1ifere11zarimameva distaccata, come se a esser sola, 001 suio corpo, a Ron :veder cose, persone, il. dolere i10n_ avesse i1na viti e0nereta; eome se quai1cul!'oracoontaisse quel che poteva avvènÌ,re ;i[lil U<Jit sogno premonitore, e a11c6ra non pO'tesse penetrarla, e en– t;rare nel suo letto tepido, accanto alle siae membra calde, al sno · corpo al quale era dato di poter vivere e sentirsii vivere, lucido, caldo, anche attraverso la vergogna, quel corpo che era dolce a li– sciarlo con la mano ruvida, quel corpo che sapeva tante cose che lei non sapeva, clitela faceva meravigliare di sé come se fosse stata una e:veatura separata,· che aveva una ragione sua di essere, e più pro- _ M. - Pèuaso. Biolioteca'Gino Bìanco

RkJQdWJsaXNoZXIy