Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
206 M. Mila guaci dell'estetica del .music-hall e del circo, spensierati cos_trutto~i di giochi sonori? Evidentemente essi hanno dato prova, di saggia comprensione dell'arte verdiana risparmi_andole :l'_?nore ·di ~.sere madrina'a qualche nuova e passeggiera moda musicale. Una v1srnne più esatta e più appropriata dell'arte verdiana ci viene schiusa dalla constatazione del màncato « r_itorno a Verdi)). Sviluppata con~ venientemente essa potrà condurre a conc~usioni che qui è possibile soltanto accennare: per esempio, alla coneiliazione di quella che .è'S\élmpreparsa la contraddizione insanabile nell'opera verdiana tra la elementar-e e sommaria semplicità degli_ anni giovanili, e. l'arte riflessa e relativa.mente colta di Otello e Falstafj. Appar.irà chiaro come la cosi detta evoluzione verdiana sia evoluzione di gusto, eioè ,maturità spirituale e intellettuale, .pérfezionamento a.i tecnica mu– sicale, consolidamento di esperìenze morali, _approfondimento di ·. sensibilità e più vasta ricettività sentimentale. Ma la sostan.za li– rica della sua genuina ispira,zione è sempre. una e i dentièa a se stessa, orientata, pèr cost dire, dal basso verso l'alto, .cioè i~ senso .opposto a certe forme della moderna· sensibilità artistica.che sotto una maschera di sorridentè superficialità o di ricerc11ta volgarità popolare e primitiv.a sperano celare il volto affaticato e doloroso d'una civiltà matura e vergognosa dell'incipiente vecchiaia. Né è il caso di lasciarsi trarre in inganno dalla prevalente voca- . lità dell'opera giovanile di Verdi. Non è. ai nostri tempi, in• pieno regime di estetica idealistica, ,che_ si possa anc6r:a discutere sulla su– periorità dell'espressione vocale o strumentale. E la vocalità del Ri– _goletto e della Tra1.,iata apparirà ad un attento studioso quanto di più perfezionato si possa immaginare; la tecnfoa melodrammatiea. verdiana si rivelerà strumento d'arte non semplice, sommario, primitivo, ma fecondato per antichissime radici oa tutta la tradi– zione ~'el melodramma italia110, e assommante in sé i frutti di'tutte le esperienze operistiche del primo ottocrnto, da Rossini a Do.-,. nizzetti e Bellini, senza ignorare -Mozart, Weber, ;Meyerbeer e .Wa 0 · ' gner. Non che essere incerta o malçlestra, l'espressione· artistic.a del mondo morale verdiano è adeguata all'altezza e alla dìgnita del. suo soggetto: il canto della voce umana, nella più alta, perfezione dell~ sue possibilità., ne è il tramite, più ad'atto per rappresetjtare ' mµsicalmente quel· concetto- di umanità appassionatll, •che regge . . tutta. la formazione d'el mondo morale verdiano .. Si vedrà allora còme .diill'alto, l'unica direzione di tutta l'opera verdiana 'no~ sdlt11nto riel piano spirituale e intellettuale, ma aneTuenellifat~elil.:iea '· strettamente--musi_cale. Apparirà evidente la continuità degli sforzi che Verdi operò 'nella lunga sua carriera artistica ·sul lingil!l!aiggio musicale del melodrammà, piegandolo gradatamente dalla rigid~ forma cl).iu:sad'ell'aria alla agile flessibilità àel declamato mei0<il.iieo ,, di Otello e F'alstaff) che non è sconosciuto già alle scenè pi_ilbelle . - •.. ,, ' t
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