Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
204 M. Mila loro vari aspetti; fino a pigli?,r forma di inconsapevoli pr~ncipii mo- . rali che temperano e governano le passioni di quel mondo t!li' 1 uce e fatale,, prova sicura della sua intima coerenza e vitalità. Un sedo e coraggioso pessimismo, un senso rassegnato dell'ingiustizia degli uomini .e del mondo, presiede .alla concezione _verdiana, temperata da una fede profonda e ind[scussà nelle virtù· dell'amore e deUa bontà. Oggi questa forza paesana di guardare in faccia le verità più brutte e ph\ tristi, ci manca-, e il no·stro cinematografo ha ,preso in pr-estito dal melodramma settoc,entesco la facile e infantile incongruenza del lieto fine obbligatorio. Quando proprio riesce im– possibile di far regolarmente trionfare la virtù e castigare il vizio, allora, pur d'aver l'anima in pace, chiudiamo gli occhi e gi:r_iamo1a posizione: così abbia,mo rinfrescat::!Jla :figura del briccone simpatico, che possiamo seguire éon comt>iacenza in tutte le sue malefatte, senza doverci commuove.re pe1:l'ingiustizia e la disonestà del mondo, · anzi, godend o della .sua sc altrezza e constatando accorta.mente_ che il mondo è fatto per i furbi. Tutti compronìessi ~ -leggerezze che Verdi non conosceva. · L'eroe tipico verdiano è un essere inizialmente reso disumano da qualche insana ed_eccessiva passione, spesso cons-eguenza di c;ru– -deli imposizioni del destino o della società: nel e.orso d'el dramma l'amore, in qualunque sua forma, ha presa su di lui e lo ritorna umano attraverso l'esperienza .culminante de1 dolore. Tale schema viene a delinearsi a poco a poco, senza nessuna rigidità ma spon– tanea~ente attraverso la scelta e-la compilazione dei_,libretti; an– che in intrecci dove es_sosia appena parzialmente realizzato,· tosto l'isp:frazione del musicista Ili';\ scopre gli accenni, in. quelli si lòea– lizza e li pone in piena luce.· Rigoletto, nel primo atto, non ha nulla di umano: è un ess ere deforme e servile che ride assurdamente,de~le sventure altrui; :6.no· · àl suo primo duetto con la figlia non lo sentiamo <<cantare>~:· s glid– gnàzza, schernisce, recita burlescamente con intonàzioni parodi-, .stiche,-ma non ha una spiegata espressione sentimentale. Egli st~sso· •ha cosc~énza della sua esclusi one : ((Il. retaggio d'ogni- 1JJ0m m'è tolto : il pianto ! >).Il pianto ha seìnprf) una singolare efficaèfa s'l'l.l– l'ispirazione verdiana : è simbolo del dolore; segno della distinzfone. e dignità umana. Quando l'amor paterno avrà impostò al bu:flion:e' la, p,ena più ~spr.a, allora, dopo la §inistrà :e· tragica "iIDdiffeili'(}n~a, dlopole smame furibonde ed assurdè_contro i cortigiami, una porvera umanità smarrita e piangente si farà strada in lui e le prime par0le "the sc:hiudeira1mcrla ,i;;uapiù calda, e àppa_ssionata im.p]0raizio[.l,e sàranno : <<Ebiben ! Jo piango>). 'La zingara Azncena, il personaggio pil\ vivo· del Trovatore _,è anch'essa un'anima di tenera affettuosa llm.anità, soffoèat_a da 'Nn 1 ~onto,subit0,Jsnat11rata da un'0rribile' col_wa: questa f0sea avv:eilil!;!t:tID- I • ' . 'BibH.òtecà s,n·o Biarrco ' . . ~ \ - . . . .,,
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