Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
UeqÌJ,ivoM della rinascita verdiana 203 a meno che non si voglia p['Oprio id'entificarla con « Vendetta tre- ~ I ' me~da vendetta)) e « Di quella pira)), non è mai arte semplice, pri- mitiva, nel sen so che a q,1e sti concetti si attribuisce ora da parte degfi artisti d' aiva:nguara.ia . · Verissima l'asserzione di Brup.o B~– wm~ ( Il P-«iese det Mi3Zodr-a mma) che _« le su.e st11aordinarie creazioni ~anmo spesso <'>rig'inedai. motivi più frusti e, r~polari)) :_ma ap– p•11nl!to per. questo esse recano l'impronta di serietà, d-i studio, d'im– p~gno ·che ogni pop·olano vero colléga sempré con le cosé dell'arte. Altro è UJ.illiltàcli'es_trazione,altro è semplicità: anzi in, arté la· sem– plicità è indi:zfo di aristocratica raffinatezza. La moderna arte di-, vertimento, la .Semplicità come cosciente/ superamento di una ma– tura compl@ssità spirituale, non ha nullà a vedere con la semplicità di Verdi, il quale, là dove è semplice, lo è per' difetto, e non vo- 1ontaTi!ament@. << L'ingenuità dell'arte, - scriveva, recentemente Luigi Russo, ~ n@npuò essere un'ingenuità di natura, ma una in- ,ge1lltl!itàr di conquista. L'arte non nasèe ma diventa ingenua, e di– ;ve1llt.a ingemrn, mttraverso una sempr.e più attenta purificazione e s:n– ìblim.azione di coJtU'ra. La poesia non è una barbarie naturalé, ma è ·ima barbarie che si ha per conquista; e la verginità'. poeticà, la si possiede v,eramente, quando la si è ben perduta. Essa non è nell'ori.: gine, ma neffevoluzion~ di un processo spirituale. La barbarie poe– tica dunque può svilupparsi sul ceppo della più progredita civiltà, della più complicata coltura; b~rbari o poèti non si nasce, ma s_i diventa. D~l mondo complesso di una civiltà, è della rag'ione tutta spiegata, si. staccano i poeti, i quali riscattàno la loro ·ingèn.uità, tanto più pr,òfonda e vigoros.a, qtlanto più èompless:1mente storica e' .ci!vHe è lai loro esperienza morale)). Verdi; nato barbaro, dovette penare tutta una vità nella costituzione di uri · proprio mondo mo['ale, per conquistarsi la cosciente barbarie· degli ultimi anni. La sua vera ingenuità .si mostrò nell'aspirare, appena 1;,ol~èvatosi dalla miserià spirituale dellà primissima produzione, a_un'arte nol'l semplice, l'lOn ingenua, non superficiale, m,1 che anzi rivela i suoi cardini nella trasfigurazione artistica d1 unà questione morale. Proprio la popolarissima trilogia Rigolet.to Trovatore Traviata ~'li'eSe[i).ta costituito nena su.a forma defil'litiva l'organismo morale del. monòlo verdiano, q'1m1eesso è venuto formandosi attraverso fugge– Y@~i imt111izimai balenanti q_uae là nelle opere anteriori. Si è parl:;i;to spesso dell'umanità e del dolore com.e elementi' fondamentali del mondo :melodrammatico verd:iano ; ma non ci si è mai preoccupati di indagarne l'esatta posizione. In realtà, clii.i esamini le prime· opere verdiane e ne raccolga tra le ìnolte ~corie di effetti material– :m:eNte teatrali i lampi di genuina ispirazione drammatica, vede ma~ turare un tipo di vicenda verdiana,, definitai e completa appunto Jilella popolare trilogia, dove l'amore e il dolore grandeggiano nei Biblioteca Gin.o Bianco· ' ' r'
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