Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
196 M. Praz d'accordo, ma insomma fan del loro meglio. Ogni tanto demolì-. scono una di qu,_ellebuìe mostl'uosità neogotiche, per far posto a un grosso dado candido, con qualche colonna ionica e qualche or- . rtato classicheggiante, infinitamente più sopportabile. Mà j_l neo- - g~tico, il Gothio revival, ha disgraziatament~ coinciso co~ periodo più prospero della città, nel secolo scorso, sicché lo trovi (lapper– tutto, indistruttibile fungosi~à di bifore, di torrioncelli, di :rn~t– toni gialli e rossi verniciati a fuoco, e di granito color salsiccia, che ti guastano il piacere di visitare Lubecca. E insomma, diciamolo pure, a dispetto della teoria estetica che c'insegna che il bello è espressione raggiunta, non importa in eh.e stile : la superiorità dello stile classico sul gotiço mi par dimostrata da questo, c~e le imitazioni di stile clas~ico, per quanto accademiche, son sempre degne, mentre le imitazioni .del gotico (e, naturalmente, - del ba– rocco) sono un oltraggio agli occhi. · _ · Eppure in una città fumosa del. Nord, si direbbe, lo stHe più adatto non. pare quello del Partenone. Saint George's. Hall, l'edi– fizio classico che vi sta di fronte appena usciti dalla stazione, cosi annerito dal fumo non pare niente, eppure lo dicono il· più bel monumento di Greek revival sorto in Inghilterra nella prima metà del secolo scorso. Se quel nero fosse basalto, for~e si potrebbe difen– dere, ma quel nero è opaco carbone, e le greche proporzioni non si colgon più, in quélla uniforme carboneria._ Per conto mio, Saint . George's Hall ve l'abbandono: sarà per via della disarmonia delle. cose circostanti, qui ùn albergone neogotico, e una tettoia di_sta.– zione, là una filza digradante dì bassi edifizi neocl~ssici, qua -un cinematografo moderno bianco bianco come un alb,ergo diurno, sarà per questa impossibile miscela circostante, o per la su:;i,stessa, colossalità, Saint George's Hàll non m'entusiasma. Quan.do parlo di classicismo inglese, parlo di classicismo d'architettura, dome-~ stica, di quello che gli Àdams tolsero dal Palladio e raffinarono non ·- senza qualche lezìosaggine, e che gli architetti delia Regency irrobu- stirono sull'esempio dello stile Impero. · . : . La Town Hall, il Municipio di Liverpool, pur essendo un edifizio pubblico, ha proporzioni modeste, che appaion qua~i meschine-Òo·gi accanto ai grand~ cubi di calcestr1;1-zzo che gli sorgon9 accant;; ~ se è ma~agevole. gus~arne l'armonia al di fuori, basta. e~trare iro. . quelle sale di belle proporzioni, decorate di sobri stucchi e amlilll.0- biliate in 'quello stile Regency che è un Impero con qual6he nosta~– gia ~~ttecen~es~a, ~ con. ottone, i~t~rsi;1to olt_reché ~pplicato, ~er respirare un aria di nobiltà, che vi riposa degh orrori del neogotico così poco monumentali, e dei tranvai monumentali troppo. Gon il Municipio a un capo, e la Oustom Ho.use, la Dogàna, anch'essa un edifizio classico a cupola, all'alko, Oastle Street avrebbe potuto non dico gareggfare con Pulteney Street di Bath, ma almeno esserle ~ Bibtioteca Ginb Bi~nco I '
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