Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
J!erseyside ' Morte di,Procri di Piero di Cosimo:..Nel silenzio squilla lungamente un. C(l;riUon, ta;nto per completare l'impressione d'Olanda.' Ciò che questo paesaggio possa. diventare in certe condizioni di luce, il Tu.rner li1acercato di :fissarlo sulla tel:;1,.Ma non è che uno ,. sernalbo;rifliesso del vero. Rarissimo vero, i:na una volta almeno m'è eaipifato di trovarmi, uri. pomeriggio di febbraio,, a Caldy, in un isfante che nessun Turner saprà mai riprodurre. Caldy è lma col- • linetta d'arenaria rosa, a nord di Parkgate, tutta coperta di cupe , 'ginestre, che, di primavera, esplodono in una gaiezza di fiori gialli. AlilJcb.e di febbraio, senza fiori, le gi.néstre s_onbelle, con. quel loro ~SfliliÌ.d!ò verde eu:po così. intenso, che par fatto apposta per risaltare _ su questi. cieli pallidi, come per-essi par fatto apposta il tronco ar– genteo delle betulle, l'·albero del Wirral. Come dire quàle apparisse l'estuario dellà Dee Ì1:l quel tardo pomeriggio di febbraio illuminato da un sòle a,ncor gia1lo nel gelido e limpido cielo? Nitide le- mon– tagiÌiJJe del GaHes sul cielo occidtmtale appena imporporato; e, sulla Fiva_dov'io e;ro. West Kirby, distesa di villini fabbricati a serie, , trasformata da :un tenue velo azzurrino. in- un'indecifrabile città 'favolosa; l'acqua della Dee, all'estuario, come una pasta di vetro azzm;ro, un liquido stregato, d'un azzurro di pervinca_; è quest'az– ,1,u;rroimmificato in tutti-i rivoletti e le pozze della landa sabbiosa, e i lliontani cont or_]li·della t erra, dalla parte del mare~ intagliati come in gemme, conferiva.no al paesaggio non so che carattere mi– nerale, d'lma fre ddezza distan te e, se è possibile, a__ppassionata. Una vampa azzurra, senza calore, come' lo sguardo d'un occhio cerulo, - f11eddoe tenèo insieme : come dire questa, stregheria ? Turner ·rie ayrreb,'bepotuto r.e'N!dere il colore,' ma ,-non la qualità di splendido mineraie; e. poi, cbe sarebbe stata l'immagine senza 'quel gran si- ' 1enzio che pareva emanarne ? Sta bene, direte, tm.tto questo : ma non è città. Son dintorni, e di]ltorn-i visti in condizioni ecéezionali. Ma iacittà,, poi, che cos'è? IDite piuttosto: che cos'era, o che cosa avrebbe potuto essere. Li- - v;e['J;>'@oi, a,l pil'incipio delc secolo scorso, avrebbe potuto cb.iamar.si Uil'1abella città. ;Per quel .che posSiam.o arguire da lle vecchiè stampe .... Ah, le vecchie stampe! Un'altra stregherìa, forse .. Ma alcuni degli :edifizi d'allora sono in piedi anc'oggi e, pure sommersi nella valanga di costruzioni posteriori, attestano un'epoca di gu– sito e (']l''ar11.111.0!1il.Ì!a quale il ·mondo, temo, non conoscerà più per un pezzo. Purtroppo Liverpool è stata più fortunata di Bristol Nel commercio, col resultato che mentre a Bristol l'architettura gior– giana dà anc6ra un carattere alla· città, a .Liverpool gli edifizi di· qTieU'ei{!)oca bisogna andarseli a cercare, e son pochi, e non bastano ai pvoif)agare into!rno la loro a,ura, un po' classic,a e fredda, ma com.è nessil!ln:'ailt;raaF!l!llliO!l'liosa. Oggi, sull'esempio dell'Amedcai, son tor– nati al classkismo di tipo giorgiaii.o, standardizzato,. cementizfo, Bib!Ìoteca Gino Bian~o
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