Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
J,a pa~éntela sarda di Franees.eo Domeniéo G~er-razzi · 181 .'V'OlRto associàre a coloro che- al dittatore caduto gettavam,0 vi– tuperi. Oonclud~va il GueJ,'razzi : Ora, siccome il Giu:sti era onesto davvero e non per· oelill>, in.degma-· metmte si aft'ern~ che da 11n giorno all '-altro egli potesse essere da sé– ta,Rifo dis~orme e per di più vile, finto e b11giardo'. Egregi ami-ci; e bene– merit i del patrio o»oi'e sarebbero gli sciagurati che tale si adoperas-sero a 'f.ar comparire G. Giusti: io per me penso .che i sassi si moverebbero ,s po!li l.tfulllei a lap[da:re- quel' tristo. . n Santmaic òntr:appo.se sùbito à quello deL Glil:erra.zzi 'mi S1!1'0 . 0p1J1:s.c0lo ÌJ.il.tit olato L'arriiffapop@li di Giusepp,e Giusti e Fr ancesoo DomeniGo Guer1:az:z'i. (Firenze, Eredi Bota, 1869). 'Tralàscio tutto ciò cl!J.e, in queste pagine, è manifestazione di astid e di rancore [Persoil.11a1e ; perché di astio e dì rancore è materiato il •grosso vo– ~mme dièl Sanna; dle] quale dovr.ò padare più innànzi. Pei'. ~iò cb:e riguarda l'importante punto di critica giustiana, il Sanna diceva (;J:Uanto segue: Io lìlon somo tanto pres1u1ti.rnsoda ·impegnairmi dn una controversia. stii>ric(i)-1ettera1J1ia eoi mio co:ntraddittore letteratissimo; i miei -sbdi_, le mi!e oecwJ;)azioni noli :m.[ consèntii'Ol'.l!O di inoJtrarmi n.ell'aningo delle [ettere e delle sciènze. più in là di qÙan.to mi bastasse per imparàrè a discernere coi miei oc·chi le lucciole dalle lanterne; .1na crescendo con gli an11i, l'esperienza congiunta con. un. pooolin. di studi, crederei che m'abl\lia acquistata una qualiche u.tile cognizione. deg;I.i · uomini e delle cos e. :à'f' in.dlil!ssero !lil.ema pe-rsuàisione che il sonetto L'arruff<11pQpoU fosse aT[ 'ind.bi' izz@ di messer F:ralicesco Dom1:micole dichiarazion.i di ';persmie d:e gn.e di tutta fede e informatissime della storia con.temppranea di questo paese. La dj:screzione non mi permise di declinare i :nomi loro, stimatissimi, che baisterebbero da sé soli a t~gliere' ogni ombra di du.b,MI'>, ,se ci fossfil'<:> an.c ora degli increduli. E[~ citato bens,i una lettera, <ili. -@. -G!Ì.ilil !sti p@ssedu.ta di.all'istesso suo amico a cui era dketta, 'n:ella q~al@ si ;11f a1vie;ne if com mento _autò-grafo del sonetto L'arruff,apòpali. In. essa lettera il· Giusti parla d(31Guerrazzi in modo, fale che sono per– sua:sissimo questi non ne alidrebbe al certo lieto-e superbo. L'amico vero del Gilil.s:ti, il fortunato possessore di questo prezioso documento, fu a diverse ri]>11esee iR vario stile o:f;11eso e pr0vocato gratuitamente dalla iiJ]l,gua0e:i!aJ pettegò1a rii.iF. D. GueFrazzi; tuttav1:3,, sdegE,ò pigliarne 'Vel!ldet:tae iJ!)Oteva farla compita e allegra con. l'inviargli sen.z'ailtr(l) un.a copia stampata dell'epistola i:nteressanti,ssima del Giusti a su.o riguardo .... IDlSaNnai, - come sùbito sarà dimostrato, - diceva il vero; ma illamaneàlnzllll ili documeHtazioNe rendeYa, credibile c1ile le eosè affer– Jll!l:aOO dal Sannà fossero, almeno in parte, inl'entate per daJJilneg~ gfare l'"avversario. · E questo fu lungamente·cre_duto; e la diffusa B_ibHoteca Gin~B 1 ian,co: , . . ' •, I
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