Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

E l)e Miq,heÙs , _. ~ ·volta:. ni;nte a1tr<, e'.memQstrarlesi indifeso e imer~e Jl)eFeliré eUa;., sentisse di non ~wer niente a. -te:rn:ère. ·Ma .poieihé ·giun:geva :lit111<i> a,_ 'Darito i'i ca.ilo,re di lei, il profumo della bella persona, .~os~ ~a,pèva clru~ non p0',teva non tenerla intanto nel cerchio arr):Cb.e 1iì.s1c0 i/11~.se tessi))! e,:clie la prossima 'volta ella gli sarebbe atwarienufa 1.u1 poeo ~1 pli.ù per·ql'lesto ricordo. • . · . · ·, .· Si tr0v~-rORQ insieme ·spesso, venne il tempo che A:nge[a sa!!l iJia-. pr!ima volta-le scale della casa•di lui. Se ella ruccenlil~va11,i:fòlilit~r0 1 . ·1 • aUa propria posizioRe i:Jllconfronto al :fidanzato, ~a;r10 las~1ava ca– ·, .,, dere il disMrso'; non vo!eva <iom:pro:r;netters~-di frolilte a le'~ 0 coiID: Jj])~S" ,. s!i!l'Fia promrssa. Tuttavia, se ella lo amava, anch''egli J!H'ovavru Ji).ei' · . q_u.eU'am.orequalche d0lcezza, f}esiderio e affetto; splfa:nto., peID]– .·~-.sandQ àl moniento in~cui l'avrebbe'laseiata, al mite e timiqio eJ'.>illt@flll!(i), professore '.['ozzi quando -foS:Se ·venuto, un giorno a_ _&lbpe:r-e til'lt~o-,. · . ,.,, · diceva loro nell' a]lima su~ .con· ùn piacere ·am,aro : (Cl?faFJ:g~te. ?: _ · Anch'io ho pianto_ tanto, e qùesto non .è se1:vito nea:nclite rer !EJ'.ilie a cambiare niente)). · VI. . Oerté volte, mentre disteso sul letto -aspetta~a Arigeìa, la .-d0me! nica per eselÌJ,piÒ, e già più di un'ora era pass 1 ata, non nèl, pelil!slÌ!er0 di·. quell'~ttes_a, ma rure, poicl!é ~OJ:?-. à".ev~: alt~o. <la fare, a,s~e~~ ta:1il!d(;) lei, gh avv_emva come se. s1 dimenticasse 11 pewcilrué e!lì'lll; illi · ad aspettarè., come se tuttò ciò che era appàrtenuto .in altri teµ;ip,i 0 apparteneva adesso all'anima sua·· ea,nehé alle ·cireostalilze-es1re– rigri .della sua vita gli scivolasse di dosso; yuoto-e aridlo .si eTa,·se1i– tito ,altre volte, non però -in. questo. modo. Pensare {I, ~,i(}. ché 'era/'. stita· Jà sua vita, a:lle fuggitive' giofe, 'alla molta arnareizl)li, · qu~sto ,, ·p('lnsiero non soltanto era hù1tile. perché i1on ~potevar .coilil!0Ì:mr:tie. a ~niente 7 ma iprìma di essere inutile -gli.appariva noi;i.·a~~r-e s~.so;. e il .s1w'spfrito ;ern, di qua da, tutte queste co.se con Pi;:J]lpòssi\jm'lrità. :4t aèc013t[!,rS~ _a loro'. (( Quando mi è acc~dut.9 di pia:ngèfo? Qm,ai,:mido-:.c!J:i] .· ' amare i,ma donna; di -affannarmi per ·Ia carderà; di ·<iJies,k1eil'a_re iji .,. .essere in-qùesto piuttosto che in·quest'a1tro luog-0? Qinaìido'OOl1li,J a~ead:uto di parlare con' le persòne; .,di alzare 'un ?/BiraeeÌiò 1:lll113, r,na~?', di ,8if'ri:v~r~ _camm.in~ndo fiitq alla. ~nestil'a? )1);' 'l1~ilft13 -,~es:l;~-L. era ~ncomprerniab11e,.assurdo., ora .nqn avr~bbe t;ro~ato Ilfil ,sé'nems ·. •meno t_anto di vo!9ntà Ìler compiere la Jtiihir:Ìil!Ì:a 'di qlil!es:tee@se, ~@[!),' ·Solta,nto . e.on un piacere qualsiasi; .ma" nemIUe:mo Jru. 1\Hrza ..' ~i IDo– . mani...)~ dfoeva a se stesso, Doma:ni,,.mJ'.é!bbe~rii:~o!li'il11ato ai f ~_e gU ese:rcrz1 coh i marinai-: oggi stesso· fr::i, mez~'0;ca fifa l!m'0Filli sa– ·•Pephlò :ven'tlfai Angela; egli non'' dubitava itil! a,.str~tto .,eiJJJ:e lè 'i~ 0.se : • 1 sç1rèbh,evo.a:ro,d,ate: ·litppuntq ÒQSr°; :i:'l•]à:f/feiJ'il'~bHe' éiaU"·a~iiiim;tt , 8i([lil;. (!l;I'a; il ,.·s-jgniìi'cait0 deHe pano1<f '« OJ!rf >>,- <( i;iornai:ni '>;,~ l' nti~à: dl'f' G@llitli · .6ilae ,.1 1 · · , .,,. '' ' • 'i .. ' --.. • ,' " ' ,' ' . .. '· 1 ,· ,; ),"·1

RkJQdWJsaXNoZXIy