Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
'\ ' E~ De, Mi:ciftèlis . ' p:erché l'·alti'o n<,n resfass~- col ·dubbio di aver1() ,in ve,rità feri1t,@. Anzi ul'ta ,euios'ità era in 1ui, dii vederle in a~ore. , Erano attesi ,entrambi; non fu Gosa façile co:nvineere ~e•siglil)€Hi'e 'che Dado/avendo' mangiato, nq:n ,·si sentiva J;>iilopdo df ma]l,giaPe .· anc6Fa: Accostaro'no una poltr0na per lui all'angolo ·cl,elia taw;ollia; gili\,penJi,to :di ej;lservenuto, Dario sentiva _eadere,,non-i :lil.sé ·che _ifi!O!Fl , : c'em m.alii stato, m.a nei suoi ospiti, il calore delle prime 3!Ceòglien:ze :' · c,ome quando-gli atti che.,un sentiIEi:'entq ci ha fatto ·compiere S'Ì! · ',Ì , rivelano troppo più grandi-; di, que1 se:ntiuiento, mru ormai t0r~ai;re ;~ )n,dietro né si v9rrelilbe né s1 può. Parlavano d~lla bontà dei ei!bi! 1 ,· interroga,nd'o an_che:Dario sqpm i suoi gusti, si i:n.fori.mla'Wallli@. da • quari.'t1,tempo era alla Spez.ia, 'quanto tempo .ci si sar'ebbe for.m:lltto;· - mai come adesso ·in cornpàgnìa delie pe·rsone I?arJo sd'.. er-llJsen@!t@ sofo : n fatto -di non aver- niente. da diré non erìli epis()dio di Ù'li)/Oil'a ma Ia:sua c0ndanna per sempre:. ùo'n potere ayvi~inare neSSill!lliO a , sé, non potere av':icinarsi a nessupo. « Si amano ? )), pelll!savaglilar– daf0,do .'t'ozzi e cole( che ,visibilmente era 1a -prossima :IIl!danzata : . <eCJb,e cosa possono trùv'are da· dirsi ? Forse anc1J.e io e. Ada ·erruvam@ .1m p.C>co riaicoli còme costoro-)). . ·· .' Quàndo, µnito il pranzo, passarono nel salotto. attiguo, Angel&i~ '. la fi_daTtzata; m_anovrò in modo da v-enirgli yictno. Dado pensif ehe doveva essere stato Tozzi a mandarla, poc'.anzi aveva c~pito , àppun'to ehe sottovoce lè parlava dilui·; egli sa.peva che,: a l:l!Jil ce:rto · sta€1.iodell' amoreJ ci si può non accorgere che ·l~ donna che· amiaJllil;o .. •·porta l'anima sua in u:n corpo lussuoso e che, sia pm:e :i:ny(!)Jcim,ta, . r.~amènte, eammif!ando o muovendo.si ella p'.l'ette ìn inost;ra .dii s~ · tutto, meno Vànima. Era alta, ben: fatta;· Gli posò lru man@ s,ul biracd.o ;, ii rilievo. della camfoetta fo si g_onfi.avadavanti merntre -~ ':par.lava: }!'orse Tozzi l'aveva J:[landata giud:icarido1a pià àbile· dt , lu:i a dire ciò che egli non avéva saputo. · · -, A:;bbiamo tapt.a ·penà ... : A1t non vorrei che iirveoe çij av,@<éf~ , druto un· conforto> ..; Lei sa.di noi, stasera;'? -" (Si iJ!lter'li'·l:l!JiliJile, dr::. ·v~ntò r?ssa). -e- Ma:anche noi pensia~o a chi 1ei pe!IThsa; t~t!tt•·ri,oi– ià eompre:ra,dia:mo tanto .L,, Non. è un conforto, 1p. so;, 11lll!àdei ·FJJ0n, 'si deve sentire sofo.... , , - 1 ·,.I)ari0 Ja guardò': nel fèrvore €li ,consolarlo ·i,r ~r.allli@ v:eilil,~,oo. Jr~-. _,Jacri@e agH çiecl!JJ; a,veva di molto beìlo la lhrea dèllè sp>aftig: pièlil:~,· C~fn~:se; una pienezza che il ,matrimonio avrebbe· l'li©eeiFlt.tl~tQ ' t~@·pp9. ~il~·uairdo a ciò ch,e ella gli av;ev:adetto, ..sentiva solìamt@ èijspilaceir,e dT tta:r ioro 1.u11a_ P,ena s1)roporzwnata '.e inutile.. _ ' ,, :..__. ,Se sapesse co,metutto qu~sfo -è fhiito ! ...:._,-disse pe!r 'c0Ns0illadài, ,..• :ij, SiUbitr0 fa, stancci di lei e di lorco, e che non 10 .la,sciiill~se>F©, ,fo, -P~~e, eostr:tp:;enà~fo a _Pf!;;là~edi sé,· a pei:i,sare )'li sé, pe:r .fawg'l:;i l:'.àg- l · g;1.1ui;gere ci0 m. @1;u ,ess1 g11J1;drcavano d0ye;r ..essere 1a · Sill:a• :pae;e :: cinia . aiterlfuatitai>a:ssid:u,a.-di pianto, di'· §?Spfri e dli' 1$0aiVL•.JilaTàille. -(~Se " 'Ì , ''.i'
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