Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
Dite anni 139, poteva -accadere era tutto egual~ perché non avrebbe potuto cam-, bi<are nielilte dell'accaduto; egli èra sempre a quello st~sso 'plil.nto. · S0Ua:mto,-hmgi dal crearsi apposta un la:voro, adesso se gli (;)ra possibile 'evitava anche quelli• che gli toècavanò : fuori dal suo do- 1ò,renon aveva neanche più l'energia I).ecess;:i,riaa distrarsene. Era vuoto, stanco; aveva impiegato tutto queI tempo in millè cose, per riconoscere in fondo a_ciascuna l'inutilità di tutto. òra 1>apevache la morte di Ada non era statò se ~on un. passo che egli medesimo aveva fatto per aceostarsi alla mort_e. . Tuttavia pi:.oprio lì a bordo, durante quella navigazione, doveva hrnomilileiare invece a sfaccarsì dalla prima, forma dèl suo dolore. · Fu·dnrante ima tempesta che Ìi sorprese in Un luogo pericoloso; bi vista della costa d' A:ffrica puntita· .di scogli;· i,l _giorno era C'\lpO; cavalloni enoFmi e spumosi correvano il mare da ogni parté. E la nave su cui era_ Dario si inabissava, si piegava, si alzava, come un guscio di noce; ù11 niente!' dinanzi a paurose forze congiurate; a. perderla. « È la m:orte )), si diceva, Dario,: « non desideravi la . morte ? )). Ma intanto anche a lui come agli altri il pericolo corirn– rnicava u:n'eccitazione, una alacrità; attenta e imperiosa che ,veniva dal ,più profondo suo essere,- dove la vita no~ ha bisogno di :11Vere qn perché pe11giustificare, se" stessa; se doveva spingersi a sorve;– glfare la manovra all'altFo capo della nave, l'attenzione 'dicogliel'e il momento gìusto fra un'onda e l'altra da cui eia spazzato il.ponte, .assorbiva tutto quanto in llli era vivo, non c'era posto per l'ingom– bro doloroso e amaro di un dòlo·re che a un tratto gli sembrava– divenuto ·antico. E tuttavia in quello ste:sso momento una voce beffa:vda g'l:irìpeteva, dentro : « Iii che cosa hai paura ? Al massimo potrai morire, l'b.a,i desiderato sempre>). . La tempesta dur.ò ti;itto un giorn-0 e una notte; due marinai, fra c'ui l'attendente" di Da ;r.io- ,. caddero perdilti in mare., Finita 1~ ten– sione nervosa delle l ungn e ore, quando, scomparso il per,1colò, ·Dario si ritrov~ nella sua cabina, pians~ come non aveva più-pianto d:;i,quas:t un an:no. Piangeva per q11eid!le ragazzi ehe erano morti, per Ada che era come se fosse morta unà seconda volta; soprattutto piangeva 'perché aveviilivet'gogna di esser~ vivo lui, se11zadesideral'e la vita e senza ril,1scire nemmeno a desidera;re la• morte.' IV. ,, llil @Uobre·,di ritorno dall'I-ndia, Dario fu destinato -.alla Spe– zja; in un luogo o nell'altro per lui era eguale; tuttavta, non talilto per i ricprdi del fidanzamento, quanto per le troppe per~ s0Re càe aveva con0sciuto allora, 'proprio alla 'Spezia non ci sa 0 rebbe voluto andare. . · · ·- Gino Bianco
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