Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
I • , I 250- V. G10TTI, Liriche e 'idi:lti tanto disadorna tanto prosaica quanto la sua. In confronto di -Giotti, il Saba ehe fu ~cusato ,sovente di prosaicità, diventa Apollo in person.a. Eppur~ quan,do Giotti è poeta, un filo impercettibile ma __ rea,~e div~de la sua espressione dalla- prosa. Avvilito com'è, il verso di G1otti es:pr1:n1,e ~ meraviglia•n senso più povero e umano del focQlare e della fa;rmgha, Il senso ,d'una vita stretta a ridosso delle ·più el;ementari verità ([m.otidiame: la fotta per il pane; la moglie, i bimbi, il breve orizzonte domestico-; e fuori di li l'orrenda gazzarra, del mo11do, la perdizione, il nalJra.... _ Talvolta il paesaggio· stesso, il suo « nudo sterile paese» gli si stringe intor'no e non gli dà certezza : Non vi son strade né case, né gli arati campi, e al mare non .navi; nulla di ciò : tutto questo ha da venire anc6ra; egli è per anco futuro : un velo spesso lo ric~pre. Peggio quando è di lui come di uri uomo . che la man· ruvida del manovale dis:fià pietra per pietra, striccamente. Unico conforto la moglie, nata sotto << nordico cielo » (ma non trovo •qui la v.eoohia poesia a lei dedicata. La ricordo dall'edizione del '20 clrn -conteneva anche qJalche prosa di Giotti) ; e i dne figlioletti, che gli ispi– rano gli accenti più a-ffettuosi del libro. Altrove Giotti si distrae, .a,llu-_ mina, descrive'; o favoleggia sulle orme di Grimm con squisita espe- · rienza deUo stile familiare. È tutto qui questo valoroso caporale della poesia italiana?, Fòrse. s!Ì..E so bene -che altri poeti,, prima di lui, ·hanno cantato sensi e visioni. non dissimili. Ma come è lont;ma da Giotti la va,cuità parolaia dei cre– puscolari; e come il Pascoli stesso, tanto più _ricco di risorse d'arte e d'interes_si umani, l'iesoe al confrontò, in taluni di· quest1 </ r~gistri », , manierato e f.réddo ! H_ Giotti no. Non ba che questo bene, il suo èasto sentimento, la sua lingua· povera, -la sua condanna alla [Iliseria e al– l'oscurità; e lo difende- come può. È tutto solo persino in qJ;1ellalette,. ratura di grandi ,;,olitari che è la letteratura triestina. E. tuttàvia in essa•· - Giòtti ,va coHocato e considerato, se si desidera intenderlo a fondo·; se si sa comprendere' ch'egli è un· att.o, o se si vuole, una scena,_ un,a bat– tuta, di un. dramma più grande di lui. , - - : , · _ EUGÉNTO M;:ON'l'A:LE,:. 1.JMBIDR'W FRAS;CHIA, a'ente e sae.ne d,i oa'inpagna. -- MondàdoI:i Mih!J,ilil!O· 1931. L. 10. · .,. - ' ' - D;i.solito, qu3111do si parla dell'arte di Umber.to Fraochia ricorre la pa,,; rolru «_fiàbesco ».· ,Si dice tono fiabesco,. stile .f!ì.abesco;e colla stessa fre• quenza ci~ ferma qui. E non che, a una prima im-pr-essione,•quèlla parola non venga in mente;· ma è una !}rima impressiolil:e. Mi pare che biisoo:ne– :rebbe fare un pa-sso avanti, detem:ninare di .crhè sorta di fiab~o s~ traAta, ., ,.,, , , ca.Gino Sìcinco ' . . ·':O, •.. -:, .
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