Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
N. ToMMA:SEo, V:enezii;i· negli anni 1848 e 1849 let1m.r(:_ e colloqui e da,l 1 ·rumwe di tutta Italia e d'Europa, che ia To– seam,a;eeliteggiava ma l!lO!l'l. penetrava nelle lagume; lilOlil. ineb'riàti da qW!el tripu.dio di feste in c,ui la Tosca-na decrepita rinfanci.ulli per due anni; tutt'a nn tratto, usciti dalle braccia de' genitori e chi delle mogli; si rimèo[Utrarono armati sugli spaJ.ti di Marghera come già Ìlel teatro della :FeÉice, e s,i! rfooil!l.obber0-per la prima, volta, igp.oti fin allora agli altri è a , se stessi: e come spiriti antichi che ri;piglino il nerbo <lel braccio,- si tro– varono Sl'l.bitamente guerrieri e patirono e combatterono tutti uguali e nel bttol!lvolere e lii.ellapaga, tutti per loro 'statuto di grado uffiiiali e di , · ~ CM@re s·01da;ti; e: ,s.emzapartiti civili, ,senza parlare o curare che sfa pa,datò di sé, in silenzio· si levarono, e posarono le armi onorate in silenzio, deponendo nell'anima, propria, e nella storia ·1a, 'memoria delle qu91ttro giornate di Marghera, come ferro che_ ROÌl arrugginisce, come , '. geme <i'.ihle, antico insieme e novello, ne' secoli cresceil'à,» (p. 202). ·· f Batteva le cime, ma,. in· compenso, s'ìn:chh1ava agli eroi sen.za nome • con un pl;l.rozelo di giustizia. Rinfacciate al CavedaJis le i mpronte pre– ferenze accordate a i « s.uo i)>.friulà•l}.Ì,contrappone al. « nitido pelo)). ,<li qiooi soldati bffi!I! p :ascib.ti e meglio vestiti << il dignitoso squallore di tamti illle, nati di s chiatta illustre,. e taluni d\ principesca,, allevati tra gF agi deJ corpo e dello spirito, e della ,solitudine aJ.tera .e dell'alta -so– ciétà, si giacevano col volgo ·non solo di raz.za ma d'anima, e convive– vaao fratern.aìnente, E,Ondistinti se non al, più ~omposito ·sile:n.zio e, alla ' · ·modestia più. S(i)fferente, sofferenti del disagio, che 'è pi ù difìtfo ile del pericolo, e delle schifezze, che sono più aborrevoli del disagio. I quàli né degli atti loro né delle .stesse astinenze menavano vanto o moveva,n:o i(i)M'@]a-:m,e,ppl'l.r c@nquelli che li sapessero iatendere; e confusi ad ignoti, noti s@loal prp,prio pe.a,siero e al pensiero di Dio, se n~ 'partirono, se pur non caddero morti, non lasciando tra-ocia- del nome loro se non :ne' ruoli stracciati dell' Intende nza, e nell'aaima lacerata e riconos~nte de' poeh.i cih'ebb~ro 11 }fwtu.na di scoprirli, e occhi dà dis,eernere, e vis LSCere ,da compatire)) ( p. 234). È .forse Ja bellissima, fra 1e più belle ce– lebrazioni che si sian ma,i.fatte del « milite ignoto>). Il cuore del 'fom– maseo, con t1J1ttele sue asprezze, -era da· tanto; e si vede pure dalla iscb.ietta simpatia con €,'fil.i :narra del povero popolo che,so:ff:ri e durò per fe ea11e più n,;liisere,e di qHei montanad che ignoil'atì ·e ~nza ricevere a;Ìl!lto;telll!lero da soli i p.aHsi delle Alpi. · S;aggiu:ngaJ ilo~ gli altri pregi tante chiare vedute politicb,e di portata :na;z,i!oilitale e ,el !i.ro ·pea;osservazioni di psic@logia, militare e della folla; · qu:aJiifiiche regio nali italiame spesso dure, ma luminose; e i1il tanta aitezz,a di pensiero rili<wi conc,reti anche di piccole cose, fiin sull'impiego diellll\· .carta e del legname in tempo çli guerra: il tatto cospa,rSQd'immagini vi– vacissime, e dove l'autoil'e scrive con èuor pio, e più dove merde e inti.e– ri.sce, perché 'quella sua cawsticità _diventa -spesso .ua ·eleme11to della, ~a arte; è infine, l'ampia voluta del discòrs0, che si stringe in periodi lapidari, adatti alla chiusa di solenne concio,ne. Cito questo commosso fiimale apo ~oge ti>Co: <(•••. e l'aver cooperato a prolungare f@rse per tre mesi H re.si! ster.~ ~ltre a quèll<'> c:he,taluni avevano fermato vilmente, e richiedere ohe u n popolo buono e infelice pàtissre disagi e fami e mo,rti e ru.!ne e contagi, era 1€icito a chi pativa intanto seco, oltre ai detti 16. - Pè(ltRo. · 1ioteca Gino Biam:;o ~ / '
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