Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

i 1" r ,_ !\' ,.Z36 troppo ralr--e:eècezion.i, non, solo le laiSciavan passare, ma ci jmc0raiggiavan0 con. l'esempio. Così si dev'ess&e cre~ta in molti la convhl'zione che tra,– durre voglia dire mettere in fila parole malamente accozzate, trìy!iaii o libresche o cervellotiche, e che sono tutte ugualme:nt~ << gil!l!ste» percihé tutte «'c'erano nel vocabolario·». ' . . :sii.euro com'è del fatto suo, il Fabietti ha poca indulgenza a;ncJae)))er le vè11sioniche in comples-so possono dksi accurate. Eppure, traduce~do,_ di abbagli ne prendono tutt'i. Chi sa che per,tìno Dante »on ne.prendesse tmo, qu.ando ,stravolse così inspiegabilmente il senso della virgilian_a A.uri, sacra fames ?' Ha preso ~erto abbagli il Fabietti, che ha trado,tto p:ai- _ ·.,- recéhi volumi, come ne avrò presi io, malgrado la co~cienziosità eon Cllli attendevan10 al n:ostro lavoro. In og:ai modo, ,però, non bisognava (è ,q_u:'e– .sto è successo al Fabietti) trovare errori -dove non c'erano. In ql'lel passo dei Frq,telli Karamazov, ch'egli ha citato, si tra_tta pr@prio di monete d'oro, e non vedo che « amenissi:mi non ;sensi». vengano fu.ori dal rico,lj)Jo– scimento di questa verità. Lo zloty, moneta polacca e·noJ!l ru:ssa (cilite in, polacco si scrive éon l' l tagliata; non col t) ha avuto; nei secoli, vai1@rir diver.sissimi; ma certo era moneta d'oro- ai tempi d'un pan ·Podwysock,i, ch'è il·.protàgonista della.storiella narrata ·a~ quel polacco a ~•fok:roje: tanto più che ·gli- vien cbJesto se gioca oro (zloto, con parola polacca)· oppure sull'onore (ed. Ladyschnikow,.II, p. 100). Ma, quest'equivoco pr0- viene forse da un metodo di lavoro, che il Fabietti pratica, ·e~ non è p!l'ivo d'inconvenienti: quello che un editore amico mio chiama d·ene (< versfoni a quattro mani», in cui cioè si uniscono, e invanoiyorrebbero fÒnde~si, · la per,sonalità .di chi sa ben~ la lingu~ da tui si t_raduce e la personalità; · di chi sa b~ne la lingua in c:ui si traduce. . Tu,ttavia, divergenze di metodo non. impedh'ai:mo a nes,suno di trovfl,FS~ pienamente d'accordo col Fabietti nel suo appello all'oiilestà .lettèrada; dei traduttori. Oh'esso fosse necessario è ,dimostrato ànche da qiresto , fatterello, con cui mi piace eoncludere. Il 7 gennaio sco~so,· U.I!- gi!ornate,. " elle passa per uno dei « meglio fatti » d~Italia, pubblicàva una noviellai,· Canzone senza parole, ch'era firmata« A,lessandro PuFlkin », e p~reiò nO,IiJJ · dovrebbe esser pos-teriore a1 1837. Questa, novella cominc:iava,. ·eosiì: ((,Il jazz infuriava·. Una. raffica di suoni acuti, discordantiJancimawa le , .. orecch}e déi ballerini. Là luce rossastra· di un riflettore illu.min-al!ldò H volto sudato dl')i negri, dava loro l'aspetto di condannati a motte sllitDia sed~a 1 fatale». Mi sto chtedendo éhe cosa stampera,,nno li), sÒp=ra"ifw;rÙhio1 3ii')M e. . . LOONliì ÒlNZJ)IURG. ' , I .•. •' .•

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