Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

·,' . ,1'\ .•, ~ - ~1:.·:.;_,.. 232 D. Valeri .·· « O'était mon pays natal; mais j'étais trop ,jeune qua,11~je l'avais quitté, ·e~ je ne lè connaissai~ pas .... ». _Il,bimbo no~ s'era mai fatta ua~ immagine chiara e complessiva deUa, c1tta: avev:11~ ~en~ ima folla d1 particolari ma non vedeva Venezia. Ora, a, qumd1c1 anm, la vede : e quelle prime impressioni, già lontane, si ravvivano, e coroinei!a,mo,senza ' cb.'egli sappia, a organizzarsi: . . . . . L'anno successivo altro d1staceo. ·È Il tempo degh allegri studi ò1 Pavia e cli tante p~regrinazioni successive: fino al '31; che s,egna, i1 ritorn~ in patria, la, laurea a Pad0va e gli inizi della carriera d'avvocato. . Sul finire del '32, stanco di aspettar clienti e di giocare all'aro.ore con • grave pericolo di matrimonio, scappa a Milano ..... E V'a e .vieni; tra liete e tristi vicende gli anni pa,ssano; e· un po' alla volta Golclon~ di– venta Goldoni: Ormai egli non pensa più che al teatro, non vive ·che per · la commedia~ e alla, fine, ecco, si rifa veneziano, e attacca I.a su[I, bat– taglia. . __ . Dal '34 al '62, salvi· i viaggi a, eui; lo spingono il mestiere ·e il su.o spirito «ambulatorio», egli vive nella sua città., scritturato per i teatri cli San ·samuele e di San Giovanni Grisostomo, di Sànt' Angel0 e dti ' SaN Luca: ,trent'anni, quasi, di vittorie e di sconfitte, di consolazioiljli e d'amarezze, di liete fatiche e di pene dure, che egli sopporta con animo eguale; con pacata coscienza della sua forza, sorridendo dal tondo viso e dagli occhi m·aliziosi, come si vede anche oggi nella ,stampa, vivente, del Piazzetta .... . Ma nella vecchia, ca.sa di calle dei Nombo-li, da cui -s·'era staccato fan– ciullo, Carlo Goldoni. non ci tornò più: abit~ presso gli zii Bertani, in calle dei Zingani, poi a San Paternian, sul ponte Storto, ·poi, col capocomico Imer, in corte del, Duca, poi, con la sua Nicoletta, a Santa . Maria Materdomini, poi a, San Lio, pòi a San Giorgio de{ Greci; e final– mente nella Marza.ria di· San .Salvador, in quella Sl!la -<< torre» di cal1e delle Ballotte, dove scrisse la. Gasa nova, le Vllleggiatur;e, il Todwro e le Baruffe,. e donde si partì il 15 aprile del '62, con qualche lacrima negli , occhi ridenti e « col ·cuor ·strazzi'L» : andava irt Francia, e certo non ae' sarebbe torna~o più, neppur morto. Dalla terrazzetta alta, su cui soleva. arrampicarsi per respirar « l'aria buona», Carlo· Gold.oni mandà un bacio alla sua· città _benedetta; poi le vo]ge il ta.barin, e addio Venez:i,a. Di tante C3isedove i] poeta abitò coi. suoi cari fanta,smi, ques,t'ùltima f?rse, Il'l;eritere.bbepiù d'ogni altrà il nome di Ca. sa.di Goldoni· ma c'è Ca' Centan.i, che l'ha visto nascer.e, e cresceré fino ai nove aJ11ni · e nO'n può cader dubbio che .ad essa sia debitamente serbatO l'enore'. Direbbe La P~lisse :eb.e: anche per 1m uomo destinato a grandi· opère il nasc~ve è un passo importante, ,-e che i Riisteghi non. !Sarebbero se il. 25 fob– bràio, 1701, in caille .dei, Nomboli a ·San Tomà, non foss~ nato « C;;tdo. Sgu~l~o _fiod€l f?·, Giu_li? Goldoni». Si può aggiungere che quei primi anm 41 vita, tra 11 "l e 11 16 non furono certo, come non son per nessuno anni di. ine!l'zia letargica; anzi, come :tvviene specialmente ai poeti. u~ intero evo di ,esperienze fantastiche, o, se non abbiamo paura delle' pa– ro.le ~avi, il tempo misterioso e ~eraviglioso. della semina e della ge,r-. mm azrnne.,_È appunto quello che is'è tentato d1 far vedere più su. . . · ·"'·Èf~a Gino 8i~nco. . ,. ·,. __

RkJQdWJsaXNoZXIy