Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
230 D.· Valeri neval di Venefila,. e quclla d'un Goldoni nella selvaggeria romantica Ji Saint-Malo. _ Il caso non-è poi così cieco come si dice; ammesso che si possa parlar di ca~o senza far 'oltraggio ai rispettabili Mani di Hyppolite Taine. · A, Ca' Gentani il Goldoni passò gta,n pa,rte della fanc.iul1e~za: . la, stagione in cui lo spirito d'un artista riceve le più fòrti impressfoFli d,t1- l'esterno incancellabili .poi .per tutta una lunga vita. Quel. che un ra~ · o-azzino di otto nove anni ruba, con gli occhi e con tutti i sensi mwvi e ••- tesi, alLe cose, r~sta dentro di !ui sémpre, vivissi~o a1_1~he se_ ,coperto dalla moltitudine delle vedute e conoscenze successive, prn precme e me– glio or:dinate; ·sicché, quando arriva per lui, uomo fatto, il momento di formare un mondo di fantasia, son que!Ie immagini antiche, essenzial– mente fantastiche, che riaffiorano e gli- offrono gli elementi primi· della creazione. Nella bella casa di c'alle dei Nomboli Carlino aveva la compagnia della madre' e della zia Al!-toni~, il teatrinò delle marionette e. la libreria del pa,dre errabondo : q11anto bastava a farlo compiutamente felice.. S•Jii,4iQ• ! La maidre gli voleva tale un -bene da dimenticare per l~i l'altrò figlio; p,i.à piccolo, mandato in pensione fuori di casa; e la zi,a era una fanciul-la sui quindici anni che anc6ra aveva più voglia di giocare che cli prender marito. Oerto t ,guai non mancavano in famiglia; specie dopo la morte di quel matto del par-on vec,io ch_eaveva trovato il modo di dilapidare negli ozi fastosi della campagna trevisana i beni aviti e i lauti guadagni fatti al servizio dei Savi alla Mercanzia-. Ma si tirav.i:tiavanti lo stesso, e alle.,. gra,mente ;. mentr-e, a Roma, il padre si distraeva dai tristi pensieri frequentando la bella società, e in quattro. e quattr 'ot.to , quasi se11za premeditazione, diventava medico, e forse un buon medi co. La sigD<;>rn . Margherita era di ·ternpei:amen,to vivace, Faltra aveva dalla Slil.ai·su@!iJ, quindici anni_:,intorpo a Carlino non c'erano che fa,cce sorridenti, e chiac-, chiere argute. · . · Quante clliacchiere da commedia : di quella novizza che ha « più spuzza che dota))' di quella povera puta che fa la muffa in caS3i mentre– quell'altra fraschetta va con tutte le gale delle maritate, di- quei lu– strissi.mi dalla parrucca di stucco che non hanno pagato il conto della lasagnera , di quel sat_iro del -sior Lunardo che tien le -sue donn~ ·i.mpri– gionate, « co-Ie porte seràe, coi balconi inciodai >> •••• Qualch e volta, 1~ cognate abbassavano improvvisamente )a voce, ~ mandava.no il. piccolo in cortile a far quattro salti, su e giù per la scala, - scoperta 0 a prÌ:mdere il sole alla ,finestra -sul rio, Il pièeolo, obbediente, faceva i 'quattr-0,,salti_; ~ sta,ya a guardare le barche· svoltar lente e impaciciate, e,-le ,@Oil illdole' guizzar •via•-.escantonare, agili e snelle ,come i gatti della cane· p.oi si• rit~aeva in, lii!- angolo del tinello, nella· società dei suoi cari pu pazzi, o · tornava .a legg~re quella commedia del. Cicognini già letta tante volte. l;>assav,a,nole ore, veniva la sera. Dopo pranzo, le donne andavàno, in conversazione dagli ~ii Bertani : la sign_ora Antonia, avanti, col fan~ lino; a illuminare la via, la signora Margherita dietro, zoppicando· un poco, chius_a nella sua la mano_ del bimbo: su per un. po11te, ~ù in l!ln .- . • i - .· 'Iliblmteca'.'GitiÒ'Bianc,/
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