Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
Lettera a Petrolini, if lode dei RorYJani ' , . 227 Vedi ~ h~ t'id:eà di scriverti, e di coRsolarn:i scrivendoti, m'è vénuta .leggen.do qvtesto tuo libro di memorie, Modèstia a, parte, che .m"'litai man,wato ie:r,i. Ne hai veduti di terremoti, tli, ·p,rima di poter lanciare s1Tlviso degli spettatori a conclusione d(}lla tua filosofia il motto su-· perbo : - Io so chi ho d\nanzi a me, voi ·non sapete chi a,vete dinànzi a voi. - E p oiché molti RO'lll capivano, un'aHra sera, gentile come sei co~ til/10 pu.bl! )U.co, di quella gentilezza per cui la corda s'.adatta subito · ail co:llo dell'i mpicca to, hai aggiunto il. commento: - Tutto ciò è per– JetrtaIIiJ,ente±diota, ma io so con. chi parlo e -lo dico- a bella posta: . -iL'ii<Uota ·cos:rci~nté : questa è:,su per giù la- def;inizione che da_Pietro 'Pançrazi a me sottoscritto nof s'è data della tua. maschera preforita, · in 1/llH\stiamni dalla guerra in qu.a. Certo tu attore non entri tliltto in qm1éstadefiDiii@ue, peréhé la gioia di recitare cb_e, dice D'Amico,, è la prima ragiorni -del tuo dominio sullo .spettatore, il gusto per la - verità ritratta po~ negli scorci dei tuoi motti e dei t110-itipi, la na- 1Yu.ra1ezza · d:~lla tua mamera (le. due parole non si contraddicono), la ca'lilta prontezza con oui scivoli fuori dalla finzione teatrale e dal chiuso S J.ilaziod ella •scena in piena real¼ apostrofando chi t'interromp·e o chi g ;iu.n.ge in ritardo (_: Vi pare -u.nabella cosa r,idermi in faccia? Vi rido · in faccia io a voi altri'?)~ qveste sono le tu~ doti rare. e benedette. Ma Ìil1lS©mma nelle tNe filas,troccb.e senza senso che ci .facevano il solletico a,] ceFve'lfo e l@ vu.otavan.o d'ogni perisier'o. e ci 'lasciavano per uu mi~ RlltO in un' attonita beatitudine con un piccolo brivido di spav~nto, non av;essimo i;n quel vuoto abisso intravveduto la verità su noi stessi, tu.iìti al1o!I,'as,i trovò la prima originalità t11a; quella che del t1w g:ùQco faceva una sa,tira att~ale: la satira del peggio ch'era in noi. Peggio? . Meglio ? Distinzione difficile quando si tratti d'una fatalità universale. 'Tailierava1NID0 perché tali, 11.elubbione o nelle poltrone, vinti o vindtori, ' dovevamo es~e_re, dà Roma a,, Berlino. Ma ci confortavamo dic~Rdo che ei;a Ì'e:ffetto della guerra la quale a;vievai' s,toràito le éoscien,ze coi sùoi ·sàlti continui dal dlil.bbfoall'eroismo, dalla paura allil, gilioria, dal pianto all'osanna, e aveva, dissanguato la civfiltà : imbecillità per aJi).emia.Il brivido davanti a quel vuoto non era ~l ,seg'lll@ 'deUa è@nvalescenza? E non fu .l'Italia la·'prima a ripr,end~rsi? - Bada, che chiamo i fascisti. -'- ·Qllando nel 121 o nel '22 tu ammic– éalildOlaRdavì q11efla,minaccia, erano, ricovdo, applausi da,, .far tremare, iJl)è!l,' •fo;r:bna, !ll@lil solo i vetri del l11cernario. - ' - . · . A,spetta, aspetta, e sono pfu'i.sati di~i anni e più.· Forse con tu.ttò que:iit@correre e volare rute la. scienza meccanica cl regala;• s'è caduti 'llle'll'illil!lsÌ!one cihe dieci aimi s'ieno uno spazio di tem;pò tanto ·lungo da. far~ un'epoca; e invece l'umanità, per guarirsi di tanta stanchezza,– an.emÌJaJ ed iRquietudine, ha adesso bisogno· del medesimo n.umero ,d'anni dii e-liti aveva b~sogno dieci o veRti secoli addietI?o,. Il fatto è che, se p@chi uoulin.i nel mondo si sono ripresi, pochi capi, voglio dir~, i quali anche Rel pieno della guerra, anzi della battaglia, non perdevano la testa (e tl!I saii a d1t a.ooeitn,o), :r più, amche tra quem che governano i popoli di là <ll:ai-monti e dal mare, sembrano rimasti in quello stato di vuoto stupo·re ' e di: smarrìrnent@ che tu contraffacevi e schernivi dalla scena. Mi s1bagH0 ? _:__ PFopvio a me lo domandi ? - Amico mio, volevo -
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