Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

Lue'i'a, 223- . . l , - " - il\{a come sg11attéra, i:n. terzà classe, magari. _ ~ Lo sai cifu.e a essere scoperti a tener di mano, c'è da andare h1 prigione? Emigrazione. clandestina.... , _ ·n Betd non d.iceva più nulla. H ,Sanrnìcil;ielipensava per conto :suo, fuma~do; pareva che non fosse presénte. Quando ebbe finito e ;g·e1ttato·via il mozzicone della sigaretta, rip'rese terra: , --:- Un brutto posto, Montelandi, affogato in qll;ella buca. Ma · s@pra, qtl:el bel pianoro con quei laghetti; d'estate era bello. Non -è.isarebbe' altro clii.e telegrafare al tuQ amico di farla venire in città,· <-11omani, o doman' l'altro al più tardi. Doman l'altro sera vp via. · - Om1 l'aria infocata e polverosa della 'piazza, ,dalle persiane soc- -<;;1ti;usentrava n.ella sta'nzru il vocio scontento dei barrocciai che :st3iccavano o attacca/vano· i cavalli alla rimessa di sotto. iMaria ·stava ru seder.e in avanti sulla seggiola,. volta verso la- porta, senza JJ1uoversi. Stilla parete di faccia, stampata di_un grosso disegno a flliorrumi,un riverbero dei selciato assolato, una strisciçl,' lunga- e ,stretta di sole, osciBava. Pareva che non ci fosse altro di vivo, nel . :saloitti!l:lo in&onnolito, pigro, dai mattoni rossi accesi di cinabrese -dell'impi:àntito al soffitto di ti:avicelli imbiancati, che quella· riga -di sole ; e Maria non. istaccava gli occhi dal pendolo di quella oscH- 1ruzione; pu_re l'addobfuo deUa- stan1ìa pen,etrava · dentro di lei nei più. minuti partieolari come .se ci. 'dovesse rimanere per sempre: 1e stampe a cqlori vivaci alle pareti, un calendario col pacchetto -dei giorni rimasto al 10 gennaio di chissà mai quale ar.ino ;- il ba– :st@iO!e ®J0mtoa<VVolto di velò verde_del lume, nel quale èhissà mai da - -quando erano impigliate quelle mosche; e il can11pè di velluto verde :sfaato agH angoli e, rigato di_gore, sul qu_ale,-. pass•andole rapida– mente davanti, si mise a sedere quel signore alto, serio. Vedeva é :sentiva tùtto con- una chiarezza straordinaria nei suoi sensi ecci– .tati (itall'atteNzioim,e,tutto, fuorché lui, cb:e' rimaJileva avvolto da una nebbia, come un ritratto fuori di fuocò. Dopo di averle get– tato tLll!Q sgl!laird!osbaidato, il Sàinmicheli era rimasto un' momento in sileHzio; poi, come per correggere una prevenzion~, la/gu:ardò di ::lil!0@vo più attent?imer.1te; - Sei di Montelan_di, vero ? · - Stssign:ore. 7-'- Oi son. sempre le pernici, l·assù, ai laghi ? Ma già, sono tanti anNi. _ _ , Si era alzato e si era messo a passeggiare su e giù per la stanza; .Maria s;i accorse allora che era tutto grigio ; quando era entrata le · -eil:'a parso ililin U!OJ!I!l!O giovan<t._Ora lo po,t~va guardare,. pareva che si fosse aliontanato, rientrando in sé. Aveva il viso segnato di rughe ]l!li'~i6@[1))Jde, ma r.ion si p0teva dir vecchio. Forse era quella eatPna– gfone rossa scura,·c:olor m~ttone, come lustra di sole; e (ij_uella, ma- I ,

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