Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
D. Ginèll'i ne aveva le forze. - Intanto mi guardi la Lucia, - dieevai Ma:riai preparandÒ il-paniere, n pane e il companati~o, s~[]jzaglil!airdàda, per andar su sola. , · . . . ; • ·n1 più in più spesso negli occhi della mamma C'l .t:rovav:a_ u.!lil!ò sguardo che chiedeva pietà, che forse chiedeva perdono. A110'li'lli !l?!l:n– viviva il ricord9 di quella notte c'he l'aveva sentita chiamaire :met corridoio~ il suo passo -incertò, quel passo che sa di essere. iniiErtUe, che sa soltanto temere, ma non difendersi. Forse lai mam.ma. ]e: ebd,e– deva perdono di non averla difesa, anche da se stessa. La debo– lezza della mammà doveva esser cominciata da allora. Nel so;rr:i:s@ con eui rica~biava q~ello sguardo smarrito, Maria avrebbe vòiliwto 'dirle che :era lei à chiederle perdono; e dirle la _sua gratitu€1irte sconfinata per il sacrificio che la povera donna· aveva smip:urt0 C©lìl!Jl_:– piere in silenz.io ~per tutto quello che aveva sopportaAto, per tan:t.0 tempo. Non le· sapevano dire loro due queste cose, ma aerte cosie 'è meglio non dirle. , · , _ · Per là strada violetta tornavano i tagliatori, la sera, con le sct1Fi . in ispana; qualche vecchia .curva sotto un'enorme fast~lla dh,ee,.. cmni le dava la buona sera. I pastori erano già sc.èsi_ a'l pian@ :··alla montagna era nevicato; le cime si nascondevano nell.e nuv.o~e e le valli eran piene di nebbie montonanti; l 'inver.no serrava·n paiesin@, nella ima morsa. . · Alle prime nevi la mam+na non avevà, più potuto scendere il letto,. Dieeva che era una cosa da nulla,-stanchezza, pigrizia; clilred!omaini· si sarebbe alzata; ma dopo quaJche giorno non lo disse più,. Il d0it– tore non le aveva trovato addosso punti mali; gli org1anieràino sani; , - - ma era un o:çganismo debole, consumato, come se avesse o_ttanrt'am1f. N_on.mangiava 1mlla; ci volevano minestrine, -latte, Jarn:e._ :Ma1ria; .era ric_orsa ai denari di Vincenzo, 'in ségreto. 1 Ma forse 1~ m~mm:a lo sapeva. Una no_tte la séntì lottare con l'affanno,: Maria sèese ilJeM@; alla luce d~lla cand:èla apparve il povero.viso sitrayolto nef~ai masiimi-, sèarrnffàta dei capelli grigi; la bocca storta con ~n dgo mi ~aiv:a 1 all'angolo .delle labbra ricascanti, e gli océhi che- la eeomiaiwain@ ,('.l - parèva non riuscissero a fermarsi su di lei. , ,,_ ._un,movimento nèr:voso; sempre' lo stessà, 1e percou@va if vi,so sot1to 1a pelle., da una parte, su e giù. Voleva guaird;a~'é paidaite' ma ' , g~i oéchi, 'le labbra non obbedivano .. Quanto stet;te;o e-o!:!iì, ~@liè', _ · Jo;r,0_ due senza poterla -~bbandonare un m;@111;en:tò,_ senza ;p-~teiI' eh~ai~ · mmr-e nessano? Sul .far dell'alba parve eh.e si .eab;rr?isse,<iJ:tlel mov:i– m.entç>. d!èBa-gota,smise, lo sguardo si ri.sc :fu.iaPò; si pò,sò su Ma;rfa; e ' _ :aUor-a l'impazienza delle labbra divenne spasm:odiea. Fina~~,~[lil/te ·poté em_ert.te:re un suono, un rasehìo _aspi.io-della gòla. ·oh4ma S'l't iiJI{ lei, negU,,oechi, ta Maria cercava con tutte le forz.e d!eHa viiita; cl.i . . , ' , . , ' st;capp.ar1wil se'lilsod1 quella-parola. -· . . · · · '. . . . .· ;
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